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Nel venerdì nero di Microsoft cancellati 7mila voli. Russia e Cina indenni grazie ai software “autarchici”

Continua a causare disagi il caos informatico verificatosi venerdì 19 luglio per un problema nell’aggiornamento del sensore Falcon della ditta di cybersicurezza CrowdStrike, che ha mandato in tilt numerosi pc con Microsoft Windows causando un caos anche nei trasporti aerei. Nonostante gli aeroporti riferiscano perlopiù che il problema informatico è stato risolto, l’effetto a catena […]

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Continua a causare disagi il caos informatico verificatosi venerdì 19 luglio per un problema nell’aggiornamento del sensore Falcon della ditta di cybersicurezza CrowdStrike, che ha mandato in tilt numerosi pc con Microsoft Windows causando un caos anche nei trasporti aerei. Nonostante gli aeroporti riferiscano perlopiù che il problema informatico è stato risolto, l’effetto a catena implica che migliaia di viaggiatori stanno ancora cercando di tornare a casa o di riuscire a partire per le vacanze. La Bbc sottolinea che il bug del software è stato risolto, ma gli esperti spiegano che il riavvio manuale di ogni computer Microsoft colpito richiederà un’enorme quantità di lavoro.

Nel dettaglio, il tilt informatico ha provocato la cancellazione di 6.855 voli in tutto il mondo, il 6,2% di tutti i voli di linea. I disagi, però, continuano e anche sabato 20 luglio ne sono stati annullati oltre 1.500. La società di analisi di dati sulle compagnie aeree Cirium ha fornito alcuni numeri riportati alla Bbc: alle 11 ora italiana erano stati cancellati 1.639 voli previsti per oggi in tutto il mondo. Per contestualizzare il dato, il 18 luglio, il giorno prima dell’interruzione, e’ stato cancellato l’1,8% dei voli in tutto il mondo.

Mosca brinda: le sanzioni occidentali ci hanno salvato

Uno scenario dove Mosca e Pechino hanno avuto occasione, a modo loro, di distinguersi. La Russia afferma infatti che le sanzioni l’hanno aiutata ad evitare il crollo di Microsoft. All’indomani del tilt informatico globale, il Ministero russo delle comunicazioni digitali ha orgogliosamente dichiarato che l’interruzione mondiale dei servizi informatici non ha avuto ripercussioni sulle compagnie aeree e sulle banche russe, grazie alle contromisure adottate dalla Russia contro le sanzioni occidentali. “Al momento, il ministero non ha ricevuto segnalazioni di guasti al sistema negli aeroporti russi”, ha affermato il ministero.

Se le affermazioni del Ministero delle Comunicazioni Digitali sono corrette, il distacco della Russia dall’ecosistema elettronico mondiale di Microsoft Windows potrebbe essere il primo vero successo per la sostituzione delle importazioni. Denis Kuskov, direttore generale dell’agenzia di ricerca russa TelecomDaily, ha dichiarato all’agenzia di stampa statale Tass venerdì che i computer russi “non saranno molto colpiti da questa interruzione perché, nella maggior parte dei casi, non abbiamo più una connessione importante con Microsoft”. Kuskov e altri specialisti IT russi hanno detto che i computer russi che eseguono Windows tendono a essere molto indietro rispetto al resto del mondo negli aggiornamenti a causa delle sanzioni.

“Sono stati colpiti linee aeree, ferrovie, logistica, magazzini, negozi, borse. Tutti quelli che usano Microsoft. La Russia non sarà colpita perché abbiamo fatto sforzi enormi per sostituire il loro cloud, il loro software per due anni,” ha detto Eldar Murtazin, analista del Mobile Research Group.

Anche la Cina indenne dal cyber guasto: non usano Microsoft

Anche la Cina è rimasta indenne dal cyber guasto che ha colpito ieri la comunità globale. E questo perché non è dipendente dal sistema Microsoft, come lo è il resto del mondo. I principali fornitori di cloud sono invece aziende nazionali come Alibaba, Tencent e Huawei. Negli ultimi anni, le organizzazioni governative, le aziende e gli operatori infrastrutturali cinesi hanno sostituito sempre più i sistemi It esteri con quelli nazionali.

Alcuni analisti chiamano questa rete parallela “splinternet“, ovvero la frammentazione di Internet che contrasta con la concezione globalizzata della rete che connette e che viene gestita come universi distinti, privati e autonomi. Quello che ne esce è il sofisticato panorama tecnologico della Cina, ma c’è anche una dimensione politica. Diventando “autosufficienti” quando si tratta di It, le autorità cinesi possono anche controllare più facilmente il modo in cui i cittadini interagiscono con la tecnologia. E’ anche visto come un modo per rafforzare la sicurezza nazionale.

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