World News in Italian

L’addio di Trieste a Roberto “Bobby” Hausbrandt, guidò la ditta del caffè 

L’addio di Trieste a Roberto “Bobby” Hausbrandt, guidò la ditta del caffè 

Il funerale dell’ultimo componente della famiglia che prese parte all’epopea del caffè nella Chiesa luterana di Trieste di cui fu curatore e presidente

TRIESTE Lo spirito di un uomo si trasmette ai suoi familiari, agli amici e, a volte, anche a un luogo. Qualcosa di simile è accaduto fra Roberto Hausbrandt e la Chiesa evangelica luterana di largo Panfili, della cui comunità “Bobby” è stato curatore e presidente per quindici anni: è come se l’eleganza del portamento, i suoi modi discreti avessero permeato gli spazi interni delle navate, continuando a farlo anche durante le sue esequie.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14484317]]

Di Roberto Junior – scomparso la scorsa domenica all’età di 85 anni – si ricordano soprattutto i legami con l’omonimo marchio di caffè, quale ultimo esponente degli Hausbrandt ad aver preso parte attivamente alla ditta di famiglia, prima che fosse venduta negli anni Ottanta del secolo scorso.

Ma “Bobby” era conosciuto a Trieste per molte altre ragioni: oltre al ruolo nella comunità luterana, è stato socio fondatore del nuovo circolo ippico cittadino, console per la Repubblica federale tedesca, ufficiale degli alpini. Sfaccettature che raccontano la peculiarità del suo carattere: alla riservatezza Roberto Junior associava una passione incontenibile per la vita, declinata nelle sue forme religiose, sportive, culturali. Senza scordare l’impegno imprenditoriale, il quale tuttavia costituiva soltanto una parte, rilevante ma non sufficiente, dei suoi interessi.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14493017]]

Non stupisce allora di scorgere volti e profili così diversi intenti a coprirsi sotto gli ombrelli o dietro agli impermeabili, tutti giunti nell’elegante piazzale antistante la chiesa per omaggiare un’ultima volta il loro «compagno di viaggio», in attesa di entrare all’interno.

Le guglie goticheggianti si stagliano sul cielo grigio e guardano con meraviglia quella folla variegata, sparpagliata in un angolo solitamente poco frequentato e immerso nel silenzio. Sembra davvero di essere in un altro mondo: la luce tenue, l’aria umidiccia creano attorno a largo Panfili un’atmosfera sospesa e impregnata di commozione.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14493015]]

La celebrazione del funerale non disperde queste sensazioni, anzi le concentra e le rafforza. Ad accompagnare la liturgia sono i canti degli alpini, radunati proprio sotto il pulpito rialzato del pastore. Viene ripercorsa la vita di Roberto, nato nel 1938, passato presto alla guida della ditta familiare che ha mantenuto fino al 1977, infine l’apertura di un nuovo marchio di caffè, Adler, a Trento. E viene rimarcato, soprattutto, il suo attaccamento alla famiglia e all’amicizia, la sua disponibilità a «non lasciare mai indietro nessuno».

Al cordoglio si unisce anche Martino Zanetti, che ha acquisito il controllo della Hausbrandt dopo la vendita da parte della famiglia: «È stato un appassionato e fine intenditore del caffè. Ricordo la sua competenza professionale, il suo particolarissimo modo di essere e la sua allure aristocratique». Ma a risuonare nella chiesa rimangono le parole del pastore Andrei Popescu: «Per quanto ci sforziamo di gestire la nostra sofferenza, noi siamo solo di passaggio. Ma quanto è bello essere compagni di viaggio... Per questo è così difficile rinunciare a un’altra persona: eppure, bisogna imparare a lasciarla andare».

Читайте на 123ru.net