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Da Trieste al sogno di Berlino: Giulia, ballerina degli Europei

Da Trieste al sogno di Berlino: Giulia, ballerina degli Europei

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Una grande passione per la danza, che l’ha portata prima a Verona e poi all’estero. È la storia di Giulia Bencina, 30 anni, triestina, che vive e lavora a Berlino, e che di recente è stata tra i ballerini del corpo di ballo scelto per la cerimonia di apertura degli Europei alla Porta di Brandeburgo e poi anche alla finale, all’Olympiastadium.

Una soddisfazione per la giovane, che ha inseguito i suoi sogni con forza e determinazione. «Ho iniziato da bambina, prima con la ginnastica artistica, anche se mi è sempre piaciuto ballare, quindi ho cominciato un corso di hip hop – racconta – e ho deciso di seguire anche altre discipline, danza classica, contemporanea e modern jazz. Adoravo tutto».

Durante quelle lezioni alcune insegnanti notano il talento della ragazzina e la spronano a proseguire su quella strada. «Il desiderio era quello di iscrivermi a un’accademia, ma era dispendioso e ho deciso di darmi da fare per trovare i soldi necessari, per non pesare troppo sulla mia famiglia. Concluso il diploma a scuola – ricorda – ho trovato un lavoro in un ufficio e per quattro anni ho messo via la somma necessaria».

Durante uno stage Michele Oliva e Francesca Dario, ai vertici dell’Accademia di Verona, vedono subito la bravura della ballerina triestina: «mi hanno detto “sei fatta per questo”. A quel punto ho lasciato Trieste e mi sono trasferita nella loro scuola, per tre anni, finiti i quali è arrivato, purtroppo, il covid. Ho aspettato ancora e poi ho scelto di fare un’esperienza all’estero. Sono arrivata a Berlino, dove ho subito portato avanti tanti progetti, esibizioni e spettacoli e allo stesso tempo ho continuato la formazione.

E successivamente ho iniziato anche a insegnare». Una delle esperienze più gratificazioni è stata quella degli Europei, «per lo spettacolo d’apertura, insieme ad altri ballerini, ci siamo esibiti accanto alla Porta di Brandeburgo, davanti a un pubblico di 30 mila persone. E poi siamo stati richiamati anche per la finale con lo stadio esaurito». Ma cos’è la danza per la giovane triestina? «Per me è tutto, l’arte più bella che ci sia. Se non ballo non vivo, è una necessità che deriva da una passione fortissima. Ho lasciato tutto per inseguire i miei obiettivi e, non potrei essere più felice».

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