Veneziani doc e affezionati, al Redentore la festa è lungo le tavolate: ecco le foto
La Giudecca era pronta per la «Notte famosissima» già nel pomeriggio. Il silenzio che venerdì sera ha accompagna il taglio del nastro del ponte votivo è stato spazzato via.
Quest’anno, diversamente dagli altri, è stata una cerimonia inaugurale sottotono, senza discorsi. Invece, lungo le rive si respirava un’aria del tutto di diversa. È pura festa.
Un frenetico via vai affolla l’intero percorso galleggiante sul canale.
La città si è vestita di colori: luminarie e festoni gialli, barche addobbate, bancarelle e chioschi.
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Il Redentore si vive ballando, mangiando e bevendo in compagnia, ritrovando volti familiari e conoscendone di nuovi. Centinaia di veneziani sono impegnati da ore nell’allestimento delle lunghe tavolate.
Ognuno porta qualcosa e sono già in preparazione i piatti della tradizione. Si gustano le sarde in saor, il baccalà mantecato e i bovoeti con aglio e prezzemolo.
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Non mancano bigoi in salsa, pasta e fasoi e anara col pien. Oltre i calici pieni di bollicine, qualche fetta di anguria per concludere il pasto con rinfrescante dolcezza. Anche i ristoranti, già al completo da mesi, si preparano a ospitare gli avventori con menù pensati per l’occasione.
Aleggia una crescente attesa per il momento clou della serata. Come ogni anno, allo scoccare delle 23.30, lo spettacolo pirotecnico squarcia l’oscurità della notte, illuminando i palazzi storici e tingendo le acque del bacino di San Marco.
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A piedi, sull’acqua o dalle terrazze, tutti gli occhi saranno rivolti verso il cielo. «È il decimo Redentore che festeggiamo», raccontano un gruppo di amici padovani, «la cosa più bella? Far festa ovviamente!». Christian e Torakiki sono arrivati per il terzo anno di fila in gommone. «Al 99,99 per cento saremo qui anche la prossima volta», sottolineano con convinzione, «speriamo solo che migliorino l’organizzazione degli ormeggi».
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C’è chi, invece, preferisce godersi la notte a terra e brindare intorno ad un tavolo. Beatrice ed Elisa sono amiche fin dalla nascita: erano «vicine di culla». Hanno brindato con 15 amici lungo le Fondamenta delle Zitelle.
Hanno iniziato a sistemare le panche dal primo pomeriggio e per l’occasione hanno dato il via ai preparativi in cucina fin dalla mattina, instancabili.
«Per i veneziani la festa del Redentore significa ritrovarsi», raccontano con emozione, «non importa in quale parte del mondo uno abiti, questa serata è un appuntamento fisso: vietato mancare».