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Copertina di Celiberti per il disco che celebra lo spirito della pace

I dischi, o i libri, non si dovrebbero giudicare dalla copertina. Fanno eccezione alcune rare occasioni, quelle in cui il contenuto ed il contenitore si intendono e rafforzano a vicenda, si armonizzano così bene che già solo a guardare la veste grafica di un progetto, si può intuire la forza espressiva di quel che c’è dentro, senza timore di sbagliare.

Il messaggio è chiaro: “The spirit of peace”, il nuovo lavoro discografico di Domus Musicae Quartet, la formazione composta dal violinista Giovanni Di Lena, dal fisarmonicista Andrea Valent, dal contrabbassista Giuseppe Tirelli e dal pianista Nicola Tirelli, ensemble che è anche associazione culturale e scuola di musica con base a Mortegliano, attiva con l’obiettivo di diffondere e valorizzare la musica come fattore di crescita individuale e sociale, parte integrante della cultura e per una formazione ispirata ai più alti valori di condivisione, rispetto, ascolto, stimolo alla creatività.

Questo si legge nel loro sito (domusmusicae.it) e questo si sente, si ascolta, forte e chiaro, nei dodici brani che compongono l’album che è cd ed anche vinile. Dicevo della copertina.

È un’opera realizzata appositamente da Giorgio Celiberti che interpreta il titolo con il tratto riconoscibile del suo ingegno: su fondo nero, in rosso, bianco e blu, tre cuori vicini a rappresentare l’amore, due farfalle simbolo della speranza e della gioia, e le lettere in maiuscolo a comporre in ebraico la parola pace.

Il contenuto è tutto questo, ed altro ancora, quello che solo la musica può infondere e che un quartetto in ideale intesa come i Domus Musicae, con la partecipazione in brani scelti della voce unica di Boris Savoldelli e delle percussioni d’effetto di Francesco Tirelli, è capace di fare arrivare dritto al cuore di chi chiunque ascolti, senza distinzioni di alcun genere.

Concordia, spensieratezza e positività, non senza una vena di sana malinconia e saggia riflessione, si riverberano in un viaggio sonoro che mette insieme brani della tradizione ebraica, il klezmer degli aschenaziti dalla grande forza comunicativa, un brano del cantautore indonesiano Dwiki Dharmawan che dà il titolo al disco, “Roby Ter” di Casali e le note, tra jazz e danza, di “Tango pour Claude” e “Spleen” di Galliano, quest’ultimo impreziosito da un testo originale, “Rosa di sale”, firmato da Alessandro Ducoli.

Inoltre, “Gam gam” da Morricone ed “Assaje Assaje” di Guarino e Savoldelli, un altro brano coinvolgente con un testo efficace che riporta ancora all’amore. Gli arrangiamenti originali sono a firma di Davide Casali e Corrado Guarino.

Il disco, registrato e mixato da Francesco Blasig all’Eastland recording studio, è stato recentemente presentato in forma di concerto, con ottimi riscontri, nella foresta del Prescudin a Villa Emma di Barcis per il festival Palchi nei Parchi.

Avvalorano questa iniziativa discografica le fotografie di Luca D’Agostino e le note, non solo musicali, con testi di Giuseppe Tirelli, che ha curato anche la direzione artistica, Roberto Zuliani, Fabio Turchini, Sebastiano Zorza, Gloria Turco e Pierluigi Di Piazza, che ricorda in uno scritto toccante della partecipazione sentita del quartetto friulano in occasione di un incontro al Centro Balducci per la “Giornata della memoria”: «Non eravate i musicisti venuti da fuori per rendere più significativo il momento, ma parte di un tutto svolto in armonia. Mi pare cioè che ciascuno di voi fosse parte intima della celebrazione».

“The spirit of peace” è appunto una celebrazione, mette tutti in dialogo ed ascolto con la forza della musica.

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