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Bloccati in aeroporto: Londra Gatwick e il caos per i viaggiatori



Quella del 21 luglio è una notte di caos anche per i passeggeri dell’aeroporto di Londra-Gatwick. Chiasso, sovraffollamento e ricerca spasmodica di un posto dove dormire insieme al piantoinconsolabile dei piccoli viaggiatori saranno i ricordi fissati nella memoria dei tanti ragazzini stanchi di aspettare il loro volo, ma felici di aver fatto la prima esperienza a Londra. “Imparare l’inglese è importante, ma sentirsi prigioniero di Bill Gates è a dir poco frustante. I miei sono orgogliosi di me perché sono qui da solo e non con i miei amici. La conoscenza della lingua è un investimento e comporta anche sacrifici famigliari. Ho sentito al telefono i miei e un po’ mi spiace perché sembravano tesi. Mastasera va così, stare da solo qui in aeroporto è un’altra esperienza”. Francesco ama il sushi con le fragole ed è molto social. La bretella del suo zainetto elenca tutti i suoi amici che chiama “Bro”, proprio come se fossero fratelli. Mentre la luce bianca del neon illumina il pavimento grigio e i nastri neri corrono senza bagagli, Manuel racconta che questa strana notte del 21 luglio sembra proprio una di quelle ironiche storie inglesi. “Un aggiornamento informatico si è perso tra le righe digitali, prendendosi gioco di noi. Se l’avesse fatto l’Intelligenza Artificiale non sarebbe riuscita a fallire così bene e poi di certo non sarebbe stata licenziata, cosa che probabilmente succederà alla persona che ha fatto questo errore assurdo”. Ecco farsi avanti una delle hostess pronta a svegliare chi, accomodatosi sulla moquette, dorme nell’area business. In molti lamentano la severità eccessiva della donna che alle prime luci dell’alba si nasconde dietro uno sguardo durissimo. “Il mio volo per Vienna è stato cancellato e devo aspettare le 6.00 del mattino per sapere se posso raggiungere gli amici. Ormai sono le 3 di notte e ho deciso di rimanere per tentare la fortuna. Sì perché qui c’è pure chi è stato inserito in lista d’attesa dopo aver fatto il check in. Quindi la compagnia può decidere se farti entrare in aereo o meno e lo fanonostante tu abbia pagato un fior di posto a sedere.”. Se Alex rimane e aspetta ancora speranzoso di partire, Chieko, da fiero giapponese abbandona l’idea di andare a Barcellona. Chiama il taxi e ritorna a Londra, dove la l’aspetta la multiculturale Capitale del Regno Unito.







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