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Taffarel non ha dubbi: «Il Cjarlins Muzane sta facendo un mercato intelligente, il Brian Lignano cerca solidità»

UDINE. Dato ormai di fatto per scontato il ripescaggio in serie D del Cjarlins Muzane, nonostante l’ufficialità arriverà a fine mese, sono tre le compagini regionali che prenderanno parte al campionato di serie D: Brian Lignano, Chions e, appunto, Cjarlins Muzane. Un numero simile mancava dalla stagione 2019-20, poi interrotta per il Covid, con la presenza di Cjarlins Muzane, Chions, San Luigi e Tamai. Ne parliamo con Massimo Taffarel, ex calciatore e ora tra i massimi conoscitori della categoria.

Taffarel, tre regionali sono un buon segnale?

«Certamente, mancavano da un po’ di tempo. Ai nastri di partenza ci sono tre regionali buone, pertanto il movimento è in crescita. La nostra regione però può migliorare ancora, andrebbe a beneficio di tutti, ma già tre squadre sono un numero da non sottovalutare».

Parliamo di mercato: come giudica quello del Cjarlins Muzane?

«Intelligente, soprattutto perchè funzionale al gioco che mister Zironelli vorrà proporre. Meno stellare degli anni scorsi, per cui stanno facendo un buon lavoro, oculato. Hanno cambiato molto, come lecito aspettarsi, per cui credo questo serva anche ad archiviare la retrocessione e ripartire da un nuovo corso».

Lei è di Buja come Luca Nicoloso, uno dei colpi in casa Cjarlins: ce lo racconta?

«È un ragazzo che potrebbe disputare la categoria superiore: ha raggiunto la piena maturità calcistica. I numeri dello scorso anno dicono che la media tra presenze e reti fatte è altissima: è un calciatore molto funzionale al gioco di Zironelli».

Il Brian Lignano riparte dal blocco dell’Eccellenza: è un rischio?

«Parziale. Era importante mantenere l’ossatura, proseguendo con lo stesso mister con cui ha vinto: non è un’idea sbagliata. Il primo anno in D serve una certa solidità, senza dimenticare che hanno comunque riportato in regione alcuni calciatori friulani importanti (Bevilacqua e Saccon, ndr)».

Sarà ancora Ciriello dipendente?

«Probabilmente si. In Eccellenza ha dimostrato di essere fuori categoria, ma ora viene il difficile in una divisione che non regala nulla. Ma i presupposti sono buoni per fare bene, anche perché resta il terminale offensivo di un gruppo consolidato, che conosce».

Il Chions ha scelto di cambiare molto: condivide?

«Arriva da un ciclo di due anni praticamente perfetto, per cui ha forse pensato si sia concluso o comunque ci fosse bisogno di nuova linfa, soprattutto mentale. Anche in questo caso, come per il Brian Lignano, mi sembra una scelta giusta».

La perdita di Valenta potrà essere un prezzo da pagare?

«Credo di no, perché comunque stanno costruendo una squadra che possa sopperire a questa assenza e ripartire con forze nuove. In serie D serve gamba e credo il mercato del Chions sia proprio in questa ottica».

Il Tamai ha rifiutato un ripescaggio certo: come se lo spiega?

«Il Tamai è una società seria e di certo ha ponderato questa scelta. Se ha detto no è perché non riteneva, dopo aver militato per 20 anni in questa categoria, non ci fossero i presupposti».

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