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Formula E, l’epilogo a Londra: Porsche e Jaguar dominatrici della stagione. E dalla prossima si cambia

Formula E, l’epilogo a Londra: Porsche e Jaguar dominatrici della stagione. E dalla prossima si cambia

Dopo aver dominato la nona, Porsche e Jaguar hanno monopolizzato anche la decima stagione della Formula E, il mondiale riservato alle monoposto elettriche. Come lo scorso campionato, la scuderia con il powertrain britannico si è aggiudicata il titolo a squadre (nel 2023 la squadra cliente Envision, nel 2024 quella ufficiale Jaguar TCS), mentre quella motorizzata […]

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Dopo aver dominato la nona, Porsche e Jaguar hanno monopolizzato anche la decima stagione della Formula E, il mondiale riservato alle monoposto elettriche. Come lo scorso campionato, la scuderia con il powertrain britannico si è aggiudicata il titolo a squadre (nel 2023 la squadra cliente Envision, nel 2024 quella ufficiale Jaguar TCS), mentre quella motorizzata dal costruttore tedesco ha guadagnato l’alloro piloti (lo scorso anno Jake Dennis per la Andretti, quest’anno Pascal Wehrlein con il bolide della Tag Heuer Porsche).

Il tedesco si è imposto dopo 16 ePrix con 199 punti, 7 in più rispetto al neozelandese della casa di Coventry, che a Londra era stato a lungo il campione del mondo virtuale, esattamente come il compagno di squadra e connazionale, oltre che coetaneo Nick Cassidy, terzo a 176. Alla fine hanno deciso una foratura di Cassidy, peraltro costata una penalità di 5 punti a Antonio Felix da Costa (Tag Heuer Porsche), che lo aveva “toccato” a 6 giri dall’arrivo, e un errore di Evans, che è stato costretto a cedere la seconda posizione a Wehrlein per non essere riuscito ad attivare l’Attack Mode obbligatorio. Sul gradino più alto del podio dell’ePrix londinese da “sold out” è salito il britannico Oliver Rowland, con la Nissan, che ha regalato il secondo successo stagionale come scuderia (a Misano Adriatico il primo, peraltro dopo la squalifica di da Costa) e il terzo come costruttore (Sam Bird si era imposto a San Paolo con la McLaren, cliente della stessa Nissan) al manager calabrese Tommaso Volpe che lo aveva rivoluto al volante di una delle due monoposto giapponesi.

Per l’assegnazione del terzo alloro, che solo dalla prossima stagione dovrebbe diventare un titolo mondiale FIA, è stato necessario il “VAR”. I commissari hanno punito da Costa qualche ora dopo l’arrivo: da quinto è diventato 14° perdendo i punti che avrebbero consentito alla Porsche di assicurarsi il Trofeo Costruttori, assegnato in base ai due migliori risultati di ciascuna delle sei case che animano la Formula E, indipendentemente dalla squadra. Per 4 lunghezze l’ha spuntata la Jaguar (455) a spese della Porsche (441): la prima grazie anche ai punti della Envision, la seconda a quelli della Andretti, che nel finale settimana decisivo ha contribuito con il solo decimo posto di Norman Nato.

Il podio a squadre è stato completato dalla DS Penske, terza con 200 punti contro i 368 della Jaguar Tcs e i 333 della Tag Heuer Porsche: il team del gruppo Stellantis (quarto fra i costruttori a quota 267, preceduto dalla Nissan, terza con 274) ha guadagnato due posizioni rispetto alla quinta piazza del 2023. “Il miglioramento è stato netto ed era il nostro obiettivo pur non avendo, per regolamento, potuto intervenire sule monoposto”, ha osservato Eugenio Franzetti, l’italiano che guida la divisione DS Performance e chiamato anche a dirigere la Lancia HF Corse.

Con la prossima stagione, la Formula E cambia ancora. Ad esempio la monoposto, la versione Evo della Gen3, che potrà impiegare il motore anteriore anche per la trazione, che nelle qualifiche, in partenza e durante gli Attack Mode sarà integrale. L’accelerazione da 0 a 100 all’ora scenderà a 1,86”. Cambia ad esempio nel calendario, che torna ad essere spalmato su due anni solari perché, dopo i test ufficiali di Valencia (4-7 novembre), il primo ePrix si corre in dicembre a San Paolo, e dal quale scompare l’Italia, dove molti vorrebbero tornare, inclusa la Jaguar. “L’esperienza di Misano è stata grandiosa, ma la Formula E deve correre nelle località giuste per essere vicina al suo pubblico”, ha commentato James Barclay, il team principal. Che circa il titolo piloti mancato ha sintetizzato: “Abbiamo fatto metà del lavoro. Torneremo ancora più competitivi la prossima stagione: siamo ancora affamati”, ha concluso. Con lui la Jaguar si è assicurata un titolo mondiale che mancava dal 1991, quando lo aveva vinto anche grazie anche all’italiano Teo Fabi.

E cambia perché entrano Miami (che sostituisce Portland) e probabilmente Chiang Mai, in Thailandia, e raddoppiano Tokyo e Monaco per un totale di 17 gare. Le due arabe dovrebbero disputarsi provvisoriamente a Gedda, sul circuito di Formula 1, e non più a Diriyah. Se il programma venisse confermato sarebbe il più lungo messo in piedi finora dalla Formula E, controllata adesso al 65% dalla Liberty Global, che ha rilevato le quote della Warner Bros. Discovery. Cambia anche sul fronte dei piloti, con il trasferimento di Nico Müller dalla Abt Cupra alla Andretti e il probabile “scambio” tra Stoffel Vandoorne e Maximilian Günthr, che resterebbero nel gruppo Stellantis, ma a scuderie invertite.

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