World News in Italian

Visitatori per caso o accorsi a Trieste proprio per vederla: i 2.500 della Palinuro

Visitatori per caso o accorsi a Trieste proprio per vederla: i 2.500 della Palinuro

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Un triestino difficilmente sa resistere al fascino di una nave, al corredo di ricordi e di immaginazione che spesso porta con sé. Di fronte a piazza Unità, ieri, erano molte le sagome galleggianti capaci di catturare la sua attenzione: il profilo imperioso e avveniristico di due navi da crociera, quello meno appariscente di una petroliera rossa e blu, l’ormai abituale Sailing Yacht A, il panfilo “in esilio” a Trieste, oltre alle immancabili barche a vela attraccate lungo le Rive. E poi c’era lei: la nave Palinuro, con i suoi tre alberi lignei e una grazia marinaresca d’altri tempi.

Sul suo scafo bianco e nero convergono la maggior parte degli sguardi, benché la nave scuola della Marina Militare Italiana sia approdata alla banchina del Molo IV ancora lo scorso giovedì, per ripartire oggi pomeriggio alla volta di Lussinpiccolo. E infatti i triestini che non erano già saliti a bordo a ottobre dell’anno passato – quando la Palinuro aveva affiancato lo svolgimento della Barcolana – non hanno atteso il fine settimana, approfittando delle visite pomeridiane organizzate fin dal giorno d’arrivo.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14495686]]

I numeri

I numeri, del resto, testimoniano al meglio l’attrazione che il veliero è in grado di esercitare: giovedì, in quattro ore, a curiosare nei suoi spazi sono state 220 persone, 120 il giorno successivo. Poi l’impennata, favorita dalla doppia finestra di visite al mattino e al pomeriggio e dal caldo meno intenso: sabato si sono registrate 1.255 presenze, 800 di domenica. A conti fatti, il bilancio parla di quasi 2.500 visitatori in quattro giorni, a bordo tra foto, selfie e sguardi ammirati.

Una cifra elevatissima, tenuto conto della stagione, resa possibile dal contributo man mano più massiccio da parte dei turisti. Quasi sempre, come nel caso di Giulio Chimienti e di Francesca De Nitto, la visita alla Palinuro non è preventivata: «Appena arrivati nel centro città – raccontano – l’abbiamo vista e non potevamo non avvicinarci». E altrettanto spesso, se si proviene come Giulio e Francesca da un’altra città di mare, non è una prima volta: «Io a Taranto ci sono salito in più occasioni», dice Giulio, la cui fantasia non cessa però di essere stimolata dalla «immagine piratesca» della nave.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14495685]]

La storia della nave

La Palinuro, infatti, oltre alla formazione degli allievi, si sposta di porto in porto per tramandare le tradizioni della Marina Militare. Così, appena saliti, l’equipaggio illustra la particolare storia della nave, mettendosi a disposizione per ogni domanda. «Purtroppo si può stare solo sul ponte superiore», commenta dispiaciuto Lorenzo Giorgis, studente dell’Università di Trieste (ma originario dell’Umbria) che avrebbe voluto poter scendere sottocoperta.

Ma la fama della Palinuro è tale che alcuni sono venuti appositamente a Trieste per poterla esplorare. «Abbiamo visto la notizia sul giornale – spiegano Andrea e Ilaria Degani, coppia residente a Udine –. Ci piace il mondo del mare e volevamo portarci nostro figlio». Andrea e Ilaria accennano poi a un altro gioiello della Marina Militare, l’Amerigo Vespucci, alla quale si richiamano per giustificare la loro passione per i velieri.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14495688]]

Un rapporto speciale

Insomma, è un rapporto speciale quello fra Trieste e la Palinuro, subito colto dai turisti che vi si sono riversati in massa. E confermato anche dall’equipaggio: «È una città che rende bene», sorridono guardando alla folla. Tant’è che torneranno anche a ottobre, per la prossima Barcolana.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Читайте на 123ru.net