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Nuoto, controlli antidoping a raffica sui nuotatori cinesi verso le Olimpiadi di Parigi 2024

Nuoto, controlli antidoping a raffica sui nuotatori cinesi verso le Olimpiadi di Parigi 2024

Le settimane di avvicinamento alle Olimpiadi di Parigi 2024 sono state contrassegnate da una fortissima polemica cavalcata dagli Stati Uniti riguardante il caso di 23 nuotatori cinesi risultati positivi al doping (trimetazidina) prima di Tokyo 2020.

Il fatto – emerso dopo un’inchiesta del New York Times – ha scatenato un tumulto non indifferente, con tanti esponenti del movimento a stelle e strisce (Michael Phelps compreso) che si sono espressi in merito criticando il modus operandi della WADA che, dal canto suo, ha difeso la sua posizione avviando anche una indagine interna condotta da un Procuratore indipendente. Di fatto l’Agenzia Mondiale Antioping ha creduto alla tesi della CHINADA, riuscita a dimostrare la contaminazione indiretta al farmaco avvenuta nell’hotel dove soggiornavano gli atleti al tempo, fattore che non ha portato ad alcuna sanzione dei profili interessati.

Proprio a causa del clima propriamente non sereno, la Federazione internazionale di nuoto, la World Aquatics, ha dichiarato di stare monitorando con particolare attenzione i nuotatori che parteciperanno ai Giochi di Parigi, servendosi di controlli sempre più frequenti da parte dell’International Testing Agency. Si parla di almeno otto controlli dal 1 gennaio 2024 fino alla fine della rassegna a cinque cerchi. 

Secondo quanto trapelato da fonti non confermate, la squadra cinese di nuoto (composta complessivamente da 31 atleti) è stata già però testata quasi 200 volte (sei test per nuotatore di media). Il dato, molto elevato, è emerso tramite il nutrizionista del team asiatico Yu Liang in un post poi cancellato sui social media.

“Siamo venuti alle sei del mattino e durante la pausa pranzo non avevamo un posto dove riposare se non un divano nella hall dell’hotel. Siamo tornati di nuovo alle 21.00 e siamo dovuti rimanere svegli fino a notte fonda”, queste le parole di Yu Liang.

Intanto non si arresta l’ondata di sdegno negli Stati Uniti. Katie Ledecky, sette vuole Campionessa Olimpica, lo scorso maggio ha dichiarato di avere una fiducia verso il sistema antidoping ai minimi storici. E con la pressione che si alza sempre di più, la situazione del nuoto a Parigi rischia di diventare molto complicata da gestire, con ogni minimo particolare che emergerà in vasca destinato a passare per la lente d’ingrandimento. Le acque alla Paris La Défense Arena sono già agitate.

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