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Diritto allo studio Lombardia, protesta il Pd regionale. Lissia: «Finanziamenti insufficienti mettono in crisi noi e gli studenti»

Diritto allo studio Lombardia, protesta il Pd regionale. Lissia: «Finanziamenti insufficienti mettono in crisi noi e gli studenti»

foto da Quotidiani locali

PAVIA. Sul diritto allo studio universitario, la regione Lombardia non fa abbastanza e Pavia, tra le città, è quella che soffre di più, secondo il sindaco Michele Lissia che ha partecipato alla conferenza stampa organizzata dal Pd a Palazzo Pirelli sul tema.

«Regione Lombardia deve assumersi la propria responsabilità, non fa quello che deve fare per garantire il diritto allo studio» afferma il capogruppo dem in Consiglio regionale della Lombardia, Pierfrancesco Majorino. «Siamo di fronte a una Regione dalle grandi possibilità, ma che non fa la sua parte – afferma Majorino -, per questo daremo battaglia domani in Aula in apertura seduta per l'assestamento di bilancio. Chiediamo che vengano messi 7-8 milioni di euro per azzerare i tagli che ha operato sulla carne viva, certo non bastano a garantire un sistema efficace per il diritto allo studio, ma sono un punto essenziale da cui partire, sono una goccia nel mare del bilancio regionale di cui Regione non si accorgerebbe nemmeno, ma lo vedrebbero tanti cittadini lombardi».

In Friuli Venezia Giulia intanto la Giunta regionale approva borse di studio più ricche: fino a 8 mila euro all’anno a studente universitario. Per il prossimo anno accademico, infatti, il ministero ha concesso al Friuli Venezia Giulia un plafond da 5 milioni 991 mila 901,43 euro. A partire dal 2024/2025, tuttavia, con l’obiettivo di assicurare risorse adeguate a garantire il soddisfacimento delle domande che verranno presentate, la giunta ha stabilito di utilizzare pure gli appositi fondi comunitari della programmazione europea 2021/2027. L’ammontare delle borse di studio verrà determinato in base al valore dell’Isee che è stato incrementato parallelamente alla crescita dell’assegno di sussidio. Tenendo conto del caro-vita, dell’inflazione e dell’aumento di praticamente ogni costo, infatti, il prossimo anno il tetto massimo passerà dagli attuali 26 mila 306,26 euro ai futuri 27 mila 726,79. Gli importi delle borse di studio, pertanto, saranno pari a 7 mila 15,97 euro per gli studenti fuori sede (con un aumento di 358,48 euro rispetto al 2023/2024), di 4 mila 100,05 per i cosiddetti pendolari (con una crescita di 210,01 euro) e di 2 mila 827,64 per quelli definiti in sede (+144,87 euro). Per gli universitari economicamente più svantaggiati, cioè coloro che presenteranno un Isee non superiore al 50% del valore massimo consentito, la borsa di studio verrà aumentata del 15% salendo, rispettivamente, a 8 mila 69,36 euro (fuori sede), 4 mila 715,05 (pendolare) e 3 mila 251,78 (in sede).

Il caso Pavia

«Pavia è la città che può contare il maggior numero di studenti universitari pro capite con 71mila residenti e 25mila studenti iscritti che salgono a 30mila con dottorandi e ricercatori – ha detto il sindaco di Pavia Michele Lissia alla conferenza stampa -. La condizione in cui ci troviamo è che negli ultimi 4 anni c'è stato un progressivo calare dei fondi a disposizione, dagli oltre 4milioni del 2021 ai quasi 2milioni e mezzo del 2024: complessivamente a Pavia ci sono 920 degli studenti beneficiari non idonei, l'85% del totale. Sono preoccupato perché in casi di questo tipo ci si abitua a condizioni che disincentiva gli studenti tra professionalizzarsi contribuendo alla competitività, e invece scelgono una via meno virtuosa che però gli consente di vivere, ossia scartare l'università. Questi tagli di Regione Lomabrdia ci mette in crisi e mette in crisi i ragazzi».

Romano: «Borse di studio, l’Emilia Romagna ci mette il triplo delle risorse rispetto alla Lombardia»

Il consigliere del Pd regionale Paolo Romano ha denunciato il fatto che in 5 anni «Regione Lombardia abbia rubato 170 milioni di euro alle università lombarde obbligandole a mettere risorse proprie per pagare le borse di studio come nessun'altra Regione in Italia fa, 170 milioni di euro che potevano diventare studentati, nuovi laboratori, nuove aule. Denunciamo la vita di 1367 ragazze e ragazzi che si sentiranno truffati dallo Stato. Sono idonei non beneficiari: hanno i requisiti di merito per avere una borsa di studio, hanno anche i requisiti di reddito basso, e non la riceveranno perché Regione non stanzia risorse sufficienti».

«Il paragone con le Regioni vicine è impietoso - ha aggiunto Romano - l'Emilia Romagna mette tre volte per ogni studente di quanto mette Regione Lombardia e le università mettono il doppio, quasi 40 milioni, di quello che la Regione mette, circa 20 milioni, dimostrando, in un sistema in cui dovrebbero mettere zero, che stanno pagando loro quello che dovrebbe essere una spesa pubblica». Secondo Romano «in merito alla spesa per studente, quasi tutte le Regioni italiane sono più virtuose della Lombardia, anche il Veneto e il Piemonte. Anche sul tema del l'adeguamento delle fasce Isee. Fino a poco fa la Lombardia era una delle pochissime Regioni ad avere la fascia Isee ferma a 3 anni fa. Voleva dire che in tante Regioni gli studenti potevano chiedere una borsa di studio che qui in Lombardia non avrebbero potuto chiedere, nonostante qui il costo della vita sia molto più alto. È un controsenso».

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