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Napoli – Crollo a Scampia alla Vela Celeste, 2 morti e 13 feriti tra cui 7 bambini. L’ipotesi del cedimento strutturale

Napoli – Crollo a Scampia alla Vela Celeste, 2 morti e 13 feriti tra cui 7 bambini. L’ipotesi del cedimento strutturale

Due e tredici feriti di tra cui sette bambini. Ha questa entità il crollo del ballatoio nella Vela Celeste di Scampia a Napoli. Subito dopo un “boato fortissimo” è avvenuto il crollo, avvenuto verso le 23. Moltissime persone si sono riversate in strada tra il timore di nuovi crolli e la paura per le persone […]

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Due e tredici feriti di tra cui sette bambini. Ha questa entità il crollo del ballatoio nella Vela Celeste di Scampia a Napoli. Subito dopo un “boato fortissimo” è avvenuto il crollo, avvenuto verso le 23. Moltissime persone si sono riversate in strada tra il timore di nuovi crolli e la paura per le persone rimaste coinvolte. Numerosi i mezzi di soccorso arrivati sul posto diverse ambulanze hanno trasferito i feriti in ospedale.

Le vittime – A perdere la vita: un uomo di 29 anni, morto sul colpo, e una donna di 35, deceduta dopo il ricovero al Cto. In Rianimazione all’ospedale una 25enne. Nella stessa struttura sono state trasportate due donne di 53 e 35 anni per traumi. All’ospedale del Mare, un uomo con emorragia cerebrale e fratture e una donna di 23 anni con fratture. All’ospedale San Paolo un uomo di 28 anni con tachicardia. I bambini ricoverati al Santobono hanno fra i due e gli otto anni con fratture, trauma cranico o contusioni.

I soccorsi – Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha immediatamente attivato il Ccs, centro coordinamento soccorsi. In prefettura a Napoli ha fatto il punto della situazione per gestire gli interventi di messa in sicurezza della zona e di assistenza alle persone rimaste senza casa. A fianco a lui il sindaco di Napoli. Gaetano Manfredi, con il quale di Bari è stato impegnato in un sopralluogo sul posto e tutte le componenti del centro coordinamento soccorsi.

L’ipotesi – Il crollo è avvenuto al terzo piano e ha coinvolto nella caduta anche i ballatoi del secondo e del primo piano. I vigili del fuoco, dopo aver scavato tra le macerie, hanno completato l’evacuazione dei piani alti e verificato verifiche la stabilità nella parte coinvolta dell’edificio. È stata aperta un’indagine e gli accertamenti sono stati delegati alla polizia. Non si esclude alcuna ipotesi, la più accreditata è quella di un cedimento strutturale ma per avere la certezza occorrerà portare a termine le verifiche da parte dei vigili del fuoco.

La Vele da ristrutturare – La Vela Celeste è una delle ultime rimaste in piedi a Scampia dopo l’abbattimento effettuato in precedenza delle altre Vele deciso per dare una sistemazione più dignitosa ai residenti e cancellare il marchio di ‘Gomorra’ dal quartiere. Appena ad aprile scorso è stato annunciato il piano di rigenerazione urbana dell’amministrazione Manfredi relativo alle Vele di Scampia con i lavori di riqualificazione della Vela B (appunto la cosiddetta ‘Vela Celeste) finanziati dal Piano Periferie (con un finanziamento di circa 18 milioni di euro).

Il progetto – Il progetto prevede per questa Vela la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura. Un intervento che rappresenta un altro tassello nel mosaico complesso di rigenerazione delle Vele di Scampia, iniziando il recupero dell’unica Vela che resterà in piedi come simbolo del passato, del quartiere e delle battaglie del territorio “per il riscatto che questa comunità ha condotto“, come aveva annunciato il Comune di Napoli proprio in occasione del varo di questo piano.

La storia – Le Vele, sette in tutto, furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto dall’architetto Franz Di Salvo. Nel progetto erano previsti anche centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. Un ‘nucleo di socializzazione’ che non fu mai realizzato contribuendo al fallimento dell’opera come concepita. E negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e spaccio di droga. Poi la decisione di rilanciare radicalmente il quartiere con l’abbattimento della gran parte, la riqualificazione di alcune, e la destinazione in una di esse di alcuni corsi di laurea di Medicina.

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