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Rivolta nel carcere di Gorizia, una decina di intossicati

GORIZIA Divampa la protesta dei detenuti nelle carceri del Friuli Venezia Giulia. Dopo quella scoppiata nelle scorse settimane nella casa circondariale del Coroneo, a Trieste, ora è la volta di Gorizia.

La protesta è avvenuta la notte scorsa poco prima delle tre.

Un gruppo di detenuti ha organizzato una rivolta appiccando il fuoco ai materassi all'interno delle loro celle.

Dieci intossicati

Gli agenti della Polizia penitenziaria, accortisi dell'incendio, hanno immediatamente chiamato i vigili del fuoco del comando locale che sono intervenuti con gli estintori in pochi minuti. Tuttavia, in un'ala della casa circondariale si è addensato un fumo acre che ha provocato alcuni malori tra le persone presenti.

La Centrale Operativa della Sores Friuli Venezia Giulia ha dunque inviato sul posto numerose ambulanze con sanitari che hanno trasferito in ospedale una decina di persone, tra agenti e detenuti.

È confermata la notizia che nessuno di questi è in gravi condizioni e che sono stati presi in carico dai medici del Pronto soccorso degli ospedali di Gorizia e di Monfalcone (per accertamenti per eventuali intossicazioni da fumo.

I vigili del fuoco, dopo aver definitivamente spento le fiamme, hanno verificato che il livello di monossido nell'aria non fosse alto, scongiurando così eventuali conseguenze per le altre persone presenti nel carcere.

La situazione nel corso della notte è andata progressivamente normalizzandosi e la rivolta è rientrata dopo poco tempo. Sul posto sono accorsi anche uomini di altre forze dell'ordine in rinforzo alla Polizia penitenziaria.

Il sopralluogo di Serracchiani

Proprio ieri, lunedì 22 luglio, a effettuare un sopralluogo nel carcere di via Barzellini era stata la deputata del Pd Debora Serracchiani, che aveva annunciato di voler sollecitare il ministro della Giustizia per accelerare il recupero dell’ex scuola elementare Pitteri, in modo da poterla usare come sede aggiuntiva al carcere.

Sovraffollamento

Tra le criticità emerse dal sopralluogo spiccava il sovraffollamento, considerando che i detenuti presenti attualmente sono poco meno di ottanta a fronte di una capienza regolamentare di 43, e che il quadro della loro gestione è reso complicato dalla presenza, nella maggioranza dei casi, di detenuti protetti, ovvero quelli che non possono vivere nelle sezioni comuni.

Il precedente a Trieste

Solo pochi giorni fa, l’11 luglio, era scoppiata una protesta analoga nel carcere di Trieste: oltre quattro ore di urla, incendi, danni, allagamenti, barricate e saccheggi. E con la scoperta, il giorno dopo, di un morto: un detenuto che potrebbe avere ingerito il metadone rubato dall’infermeria durante quelle quattro ore di caos: in tutto sono sparite quasi seicento fiale, di cui solo una parte è stata recuperata in questi giorni grazie alle ispezioni degli agenti di Polizia penitenziaria.

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