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Voghera, da 23 sabati in via Emilia per chiedere la pace subito

Voghera, da 23 sabati in via Emilia 


per chiedere la pace subito

foto da Quotidiani locali

VOGHERA. Da cinque mesi, prima con il freddo e ora con il caldo, rimangono fermi nelle loro posizioni. Arrivano ogni sabato pomeriggio alle 16.30 all’angolo tra via Emilia e via Plana, indossano una lettera ciascuno e si dispongono in una fila ordinata, gridando silenziosamente il loro “Cessate il fuoco” in mezzo a una città che li osserva a tratti incuriosita e a tratti indifferente. Non sono i giovani arrabbiati che ci aspetteremmo di veder manifestare per strada, ma un gruppo di signori distinti, sobri e moderati, i quali hanno intrapreso questo gesto di protesta in nome di un ideale di pace universale e senza tempo.

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L’inizio

Ad aver lanciato il sasso che poi ha continuato a rimbalzare di settimana in settimana è stata, 23 sabati fa, la Comunità del Carmine di Voghera, realtà storica della città (è nata nel 1966) che all’epoca riunì alcuni giovani intorno alla figura carismatica di don Giuseppe Massone. Proprio la comunità, che con una cinquantina di aderenti è ancora presente sul territorio dal punto di vista sociale e in un certo modo politico, ispirandosi a un’iniziativa analoga inscenata a Brescia dalle “Donne in cammino per la Pace” ha cominciato a manifestare con i cartelli al collo, accogliendo poi nuove presenze a mano a mano che il tempo passava. Adesso il gruppo è misto, conta una ventina di partecipanti e varia leggermente di settimana in settimana a seconda delle disponibilità di ciascuno. «L’iniziativa è partita dal Carmine – spiega Marcella Barbieri – ma ora è portata avanti da semplici cittadini lontani dalla politica di partito che vogliono protestare contro la guerra, dicendo il loro no alla violenza. Da cinque mesi piantoniamo questo angolo di strada e non abbiamo ricevuto alcuna risposta istituzionale. Qualcuno ogni tanto si ferma a dimostrarci il suo sostegno, ma al di là di quello poco sembra importare alle persone il nostro messaggio». Il fatto che il presidio sia stato avviato a febbraio, dopo l’acuirsi delle rappresaglie israeliane in Palestina, lascia intendere che in quel momento, nel pensiero dei promotori prevalesse proprio Gaza con le stragi quotidiane di civili, uomini, donne e minori. Questo però la Comunità del Carmine non lo ha mai detto e ha sempre chiesto ai partecipanti di riunirsi senza bandiere nel nome di un convinto pacifismo trasversale. Ecco perché il presidio non può terminare con la fine delle tensioni in Medio Oriente : «Smetteremo di manifestare – dice ancora Barbieri – solo quando non ci saranno più guerre in nessuna parte del mondo e si prenderanno impegni seri a riguardo». Chi fosse interessato a partecipare può chiamare il 338.3456711 o il 347.9077535.

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