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A Feltre lavoratori a caccia di alloggi: «Trovare case è una priorità»

L’area residenzialità, con la ritrosia dei proprietari di case a mettere in affitto la propria a fronte di una domanda crescente da parte dei lavoratori che arrivano da fuori in una fase in cui la produzione vive una stagione positiva, diventa argomento da dibattere fra i sindaci della conferenza Ulss Dolomiti. Alla presenza del consigliere provinciale Alberto Peterle, delegato alle attività produttive, programmazione strategica unitaria e residenzialità, si è convocata la seduta dedicata al territorio feltrino con la residenzialità sotto i riflettori.

La Provincia collaborerà per mappare i fabbisogni, ma intanto il consigliere Peterle ha sottolineato l’importanza di fare rete per risolvere un problema concreto del territorio. «Trovare case e appartamenti per i lavoratori, soprattutto per quelli che vogliono venire a Belluno da fuori provincia, è una delle priorità in questo periodo storico. E lo è soprattutto per consentire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, visto che oggi sul territorio ci sono più posti disponibili che lavoratori».

I dati parlano: la Provincia tramite il suo ufficio statistica ha provato a delineare un quadro della situazione. Risulta dai dati Istat del 2021 (censimento permanente della popolazione) che sul territorio sono presenti circa 178 mila abitazioni, di cui solo 92.400 occupate. Lo squilibrio è evidente tra parte alta e parte bassa della provincia: il mercato turistico infatti fa sì che i proprietari di case nelle zone dolomitiche preferiscano lasciarle sfitte o metterle a disposizione per poche settimane durante le stagioni estive e invernali. I dati dicono che nella parte alta le abitazioni occupate stabilmente sono all’incirca 29 mila, contro 52.400 abitazioni non occupate.

«Quello della residenzialità è un problema concreto e come tale va affrontato in maniera decisa e coordinata», ha detto ai colleghi amministratori il consigliere Peterle. «Oggi uno dei grandi punti neri rispetto all’attrattività del nostro territorio deriva proprio da qui. Avremmo diverse famiglie che si trasferirebbero da noi, anche grazie a un’offerta di lavoro di grande quantità e qualità. Ma non lo fanno perché diventa difficile trovare case e appartamenti in affitto. E questo lo si vede soprattutto in certi lavori – penso agli Oss, alla sanità, al pubblico impiego – che faticano più del dovuto a trovare personale».

E ha concluso: «Nei prossimi giorni ci troveremo con un consulente che abbiamo individuato proprio per questo scopo, per analizzare il contesto e definire compiutamente i fabbisogni. Dal quadro che emergerà potremo elaborare le politiche per la residenzialità da mettere in atto, insieme e in maniera coordinata con tutti gli altri soggetti istituzionali».

Già qualche mese fa, in occasione dell’inaugurazione dell’ospedale di Lamon rimesso a nuovo, alla presenza del governatore Luca Zaia, il presidente dei Fondi comuni di confine, Dario Bond aveva fatto la proposta di riconvertire il contenitore di appartamenti di proprietà della Regione, conosciuto come case Incis ex residenze militari, per poter cedere alloggi ad affitto calmierato a personale sanitario. A spese di investimento dei Fcc.

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