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La “trovata” di Google per non avere più responsabilità sui cookie di terze parti

La scelta di non procedere più con la rimozione automatica tutela l'azienda anche dalle accuse di comportamento anticoncorrenziale

L'articolo La “trovata” di Google per non avere più responsabilità sui cookie di terze parti proviene da Giornalettismo.

Quello che sembra essere un passo indietro per un mondo cookieless, risponde anche alle esigenze commerciali e aziendali di Google che con la decisione di rinunciare al programma “Privacy Sandbox” annunciato nel 20219, quello che prevedeva la rimozione automatica dei cookie di terze parti su Chrome, si mette anche in una posizione di auto-tutela per quel che riguarda possibili future accuse di comportamento anticoncorrenziale.

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Piccola premessa. La decisione di rinunciare alla rimozione dei cookie di terze parti su Chrome è figlia anche del giudizio del Garante della privacy del Regno Unito – ICO –  che ha più volte chiesto all’azienda di Mountain View di agire in modo concreto (quindi procedendo con un modello cookieless sul suo browser, quello più utilizzato al mondo), senza però mettersi nelle condizioni di incanalare le possibilità degli attori della pubblicità digitale all’interno di un mercato non concorrenziale. Questa, però, è solamente la punta dell’iceberg.

Cookie di terze parti su Chrome, la tutela di Google

Suggerimenti presi (fin troppo) alla lettera. Perché se è vero che Google non sta rinunciando alla totale rimozione dei cookie di terze parti sul suo browser, è altrettanto vero che la scelta di accettare il tracciamento e monitoraggio delle abitudini e preferenze di navigazione sarà lasciata – attraverso un prompt – ai singoli utenti. Dunque, saranno i singoli utilizzatori di Chrome a bloccarli accedendo alle impostazioni del browser (o, almeno all’inizio, cliccando su un prompt a mo’ di finestra pop-up all’accesso).

Dunque, una sorta di consenso che è in linea con un approccio opt-in che rientra anche all’interno dei confini del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali) in Europa. Questa scelta, però, è anche una “furbata” per Google che – di fatto – indosserà le vesti di Ponzio Pilato e se ne laverà le mani lasciando tutto a discrezione dell’utente. Questo vuol dire che l’azienda di Mountain View non dovrà rispondere all’accusa di pratiche anticoncorrenziali, giustificando la rimozione dei cookie di terze parti su Chrome come una libera e consapevole scelta del singolo utente.

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