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Olimpiadi 2024, vinceremo ancora la staffetta 4×100 maschile? Sarà dura, ma si può sognare

Olimpiadi 2024, vinceremo ancora la staffetta 4×100 maschile? Sarà dura, ma si può sognare

Il 1° agosto 2021 Marcell Jacobs vinceva i 100m all’Olimpiade di Tokyo. La sua incredibile medaglia d’oro, quelle di Gianmarco Tamberi (salto in alto), Palmisano e Stano (marcia); gli esuberanti festeggiamenti; l’inno di Mameli sulle labbra di tutti proiettarono in mondovisione l’immagine sconosciuta di un’Italia dominante. Ma l’apice arrivò il 6 agosto: vincemmo da outsider, […]

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Il 1° agosto 2021 Marcell Jacobs vinceva i 100m all’Olimpiade di Tokyo. La sua incredibile medaglia d’oro, quelle di Gianmarco Tamberi (salto in alto), Palmisano e Stano (marcia); gli esuberanti festeggiamenti; l’inno di Mameli sulle labbra di tutti proiettarono in mondovisione l’immagine sconosciuta di un’Italia dominante. Ma l’apice arrivò il 6 agosto: vincemmo da outsider, sul filo di lana, la staffetta 4×100 maschile (Patta, Jacobs, Desalu, e Tortu), con l’incredibile tempo di 37,50. A un giornalista inglese Filippo Tortu dichiarò: “È stato un miracolo! Non ci sono altre spiegazioni possibili”.

Negli ultimi tre anni migliaia di nuovi giovani si sono iscritti alla Fidal sognando di emulare Jacobs e soci. In centinaia di migliaia hanno visto e rivisto la gara di Tokyo su Youtube, consegnando ai posteri commenti rivelatori. @sportlegacy2808: “Più vedo la frazione di Tortu e più resto impressionato. Una delle più grandi gesta sportive di sempre. Gli altri corrono, lui pare disperato, come se avesse qualche pericolo alle spalle… Sembra letteralmente disposto a morire pur di arrivare primo”. @Cekketto9: “Penso che sia l’evento sportivo più bello che io abbia mai visto in tv. Non smetterò mai di rivederlo. Incredibile”. @Desmo1979: “Non riesco a smettere di guardarlo, c’è tutta l’Italia in questa 4x100m. Integrazione, gioco di squadra, tenacia, preparazione, rivincita. Orgoglio incredibile”. L’Italia vuole ancora sognare.

Il 26 luglio a Parigi s’inaugura la 33° Olimpiade. Nella prima settimana di gare il nuoto assegnerà più medaglie, nella seconda l’atletica. C’è grande attesa nel mondo per questo momento di tregua che già gli antichi, dal 776 a.C. (al 393 d.C.) si ritagliarono.

Tre anni fa, l’Italia vinse complessivamente 40 medaglie, di cui 10 d’oro. I record precedenti erano: le 36 medaglie vinte a Los Angeles 1932 e Roma 1960; i 14 ori di Los Angeles 1984. A Parigi, gli obiettivi del Coni sono: essere la prima nazione europea fra le prime dieci nazioni al mondo; vincere più di 40 medaglie. Gracenote prevede che l’Italia vincerà 46 medaglie.

Ma al di là di tutto, che volete, il nostro vero grande inconfessabile sogno sportivo è rivincere la 4×100 maschile. E mentre guardiamo con apprensione alle performance altalenanti di Jacobs e Tortu, nuovi numerosi ‘campioncini’ emergenti, ispirati da Jacobs e Tortu, alimentano speranze. Ad esempio, il giovane Chituru Ali quest’anno ha corso i 100m in 9,96: potrebbe trovare posto nel quartetto azzurro in terza o quarta frazione, al posto di Desalu (che però nei 200m si è migliorato), o Tortu, abbassando così i tempi teorici della nostra staffetta di circa 18 centesimi. Inoltre, il giovane Melluzzo sta correndo in 10,12: potrebbe trovare posto in prima frazione, limando altri 6 centesimi. Facendo due conti: 37,50 (Tokyo) – 0,18 – 0,06 = 37,26! Gli Usa quest’anno hanno corso in 37,40. Siamo campioni olimpici, Europei, vice-campioni del mondo in carica. Perché non dovremmo sognare?

In verità, a Tokyo le stelle s’allinearono in modo quasi irripetibile. Gli azzurri superarono sé stessi, i cambi furono favolosi; e gli Usa uscirono in semifinale per troppa sufficienza. A Parigi, riuscirà Jacobs a correre di nuovo i 100m in 9,80? Tortu ripeterà la gara di Tokyo? I cambi italiani saranno perfetti? Quanto agli Stati Uniti, stavolta paiono decisi a vincere: Coleman (9,86, escluso ai trials) è stato richiamato pochi giorni fa al posto di Lindsey (10.00); Lyles ha corso sabato in 9,80, primato personale.

La tabella qui sopra (in evoluzione) riporta i migliori tempi dell’anno sui 100m dei velocisti di diversi paesi. Nell’ultimo rigo questi tempi vengono sommati: il totale indica la base di velocità di ciascun paese. (Ovviamente le staffette sono più veloci della somma dei quattro tempi individuali, perché gli atleti partono lanciati). Emergono così alcuni dati.

Primo: il gap teorico di velocità fra gli Usa e l’Italia è di 40,13-39,42 = 71 centesimi. Se Jacobs tornerà ai livelli di Tokyo, resteranno comunque 58 centesimi da recuperare con i famosi ‘cambi veloci’ dell’Italia: troppi (fatta salva la tradizione di pasticci degli americani). Inoltre, il sistema italiano dopo Tokyo è stato intensamente studiato dalle altre nazioni (e i tecnici italiani corteggiati): c’è la sensazione che il vantaggio dell’Italia in questo settore si sia ridotto. Quest’anno poi ben 11 americani hanno corso in meno di 10”, contro due italiani, a testimonianza del fatto che la sfida italiana agli Usa è un po’ come David contro Golia.

Secondo, è risorta la Giamaica, con Thompson n. 1 dell’anno. Sono ora almeno due le nazioni teoricamente fuori portata dell’Italia, che devono “sbagliare qualcosa” per aprirci la strada verso l’oro.

Terzo, il Sudafrica (RSA) e altre nazioni africane sono in crescita: potrebbero sorprendere.

Quarto, vi sono molte squadre più o meno a livello dell’Italia, come il Canada e la Gran Bretagna. Per non parlare di Cina e Giappone, che tendono a nascondersi fino all’ultimo.

Morale della favola: una medaglia di bronzo andrà accolta con gratitudine. Ma il sogno aureo non svanirà… fino agli ultimi metri, quando vedremo forse Tortu o Ali rimontati da Lyles e Thompson. Resta viva una “aritmetica del sogno”: partendo dal 37,50 di Tokyo, scendendo di 24 centesimi grazie alle nuove leve, arriveremmo al tempo (37,26) attorno al quale probabilmente verrà assegnato l’oro. E noi, da quelle parti, potremmo esserci.

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