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Qui la curiosità accende lo shopping



Non solo abiti, accessori, trucchi e profumi. La Rinascente «da Casa dei brand è diventata un’autentica media company, punto di riferimento per l’acquisto come esperienza di svago di alto livello» racconta il ceo Pierluigi Cocchini, che ha portato i grandi magazzini a fatturati record.

Una direzione da record, quella di Pierluigi Cocchini, alla Rinascente dal 2008. Torinese, classe 1968, una solida esperienza nel retail, costruita occupando ruoli apicali nelle catene della grande distribuzione, da Auchan a Carrefour, Cocchini ha portato lo storico e più importante grande magazzino italiano a un miliardo di euro di fatturato nel 2023.

Che tipo di analisi avete fatto a proposito di questo risultato, primo nella storia della Rinascente?

A dire il vero, risultati record li abbiamo registrati già nel 2019, poi nel 2023 abbiamo avuto questa bella crescita a doppia cifra rispetto all’anno precedente evidentemente perché hanno funzionato le strategie messe in atto nei nostri nove negozi, il decimo è ancora in via di sviluppo. Hanno dato grande soddisfazione i due flagship store principali: Milano Duomo e Roma Tritone. Il primo ha superato i 100 milioni di euro e quello capitolino i 150.

E quali sono le strategie?

Abbiamo investito molto nella trasformazione degli spazi Rinascente in luoghi di intrattenimento, da house of brands a media company, con un’attenzione particolare alla creazione di eventi ed esposizioni innovative. Questo approccio ha reso l’esperienza di shopping più coinvolgente e accessibile, soprattutto nei negozi di Milano e Roma. Un altro ruolo importante lo ha avuto il layout aperto e interattivo che consente ai clienti di passare facilmente da un brand all’altro e farsi incuriosire da tutto.

In una vastità di proposte merceologiche qual è il core business della Rinascente?

Si concentra principalmente su abbigliamento e accessori, con una forte presenza anche nel settore beauty e cosmetica, e un’importante divisione dedicata alla casa e al design. Il food è un altro pilastro, con un’offerta che include ristoranti e supermercati gourmet, focalizzandosi su un’esperienza culinaria italiana. Il food market, in particolare, è stato introdotto nel 2007 ed è diventato un punto di attrazione fondamentale.

Soprattutto per gli stranieri.

Certo, ma non solo. I buoni prodotti made in Italy piacciono molto anche a noi italiani, ne siamo dei cultori.

Quali sono i vostri maggiori compratori?

In generale, si può dire che il mercato domestico gioca un ruolo cruciale nel successo dei nostri fatturati, a questo si aggiungano le solide performance anche del mercato turistico internazionale. Nonostante il numero di visitatori cinesi non sia ancora tornato ai livelli pre-pandemia, altri gruppi di turisti, come quelli in arrivo da Stati Uniti e mondo arabo, hanno compensato con numeri significativi.

Invece, le vendite online?

Rinascente ha una presenza più limitata nell’online, con meno di 50 milioni di euro di fatturato nel 2023. La compagnia utilizza due canali principali: un ecommerce tradizionale e un servizio Chat and Shop via WhatsApp, quest’ultimo rivolto a clienti più evoluti e internazionali, offrendo un’assistenza personalizzata e un assortimento completo dei prodotti disponibili nei flagship store.

È vero che vi avvalete del mistery shopping , l’acquisto in incognito, per valutare la preparazione dei venditori?

Sì certo, serve per mantenere elevati standard di servizio e migliorare continuamente l’esperienza del cliente. La Rinascente gestisce una complessa macchina operativa con circa 1.500 dipendenti diretti e altre 4.500 persone coinvolte e con un team di circa 90 buyer, che selezionano prodotti e marchi, curando anche le collaborazioni con ristoratori e brand internazionali.

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