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La Russa: “Avevo scommesso che non avremmo votato von der Leyen, mai con Pd e 5Stelle”

“Avevo scommesso che non avremmo votato la von der Leyen, avevo una maglietta con scritto mai con il Pd, né con i 5 Stelle”. Così Ignazio La Russa intervenendo alla Cerimonia del Ventaglio, a Palazzo Madama, in sala Koch. È un fiume in piena il presidente del Senato che non si fa pregare per rispondere […]

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“Avevo scommesso che non avremmo votato la von der Leyen, avevo una maglietta con scritto mai con il Pd, né con i 5 Stelle”. Così Ignazio La Russa intervenendo alla Cerimonia del Ventaglio, a Palazzo Madama, in sala Koch. È un fiume in piena il presidente del Senato che non si fa pregare per rispondere alla stampa che lo incalza. “Per me non aver votato la von der Leyen, senza rompere, senza accuse, lo ho apprezzata. È stata una posizione politica”, sottolinea rispedendo al mittente il racconto progressista sull’Italia isolata. Restando alla politica estera, La Russa ribadisce la continuità delle posizioni di Palazzo Chigi sul sostegno a Kiev. “Non mi pare che l’Italia ha cambiato linea sul sostegno all’Ucraina, io guardo i voti della maggioranza, quelli contano”.

La Russa: non ho ambizioni, solo la presidenza dell’Inter

Ambizioni per il Quirinale? La seconda carica dello Stato ci scherza su. “Quella della presidenza dell’Inter club, carica che voglio assolutamente conservare, non ho altre ambizioni”. Poi si fa molto serio quando i riflettori si spostano sul rischio antisemitismo. “Credo di poter dire che non c’è timore rispetto al modo in cui l’Italia reagisce a ogni ipotesi di antisemitismo, se ci fosse bisogno metterei il mio petto davanti a lei per difenderla”. Così La Russa commentando le parole della senatrice a vita, Liliana Segre, durante la cerimonia del Ventaglio.

Sciogliere CasaPound? Non spetta a me decidere

Poi arriva la domanda di un giornalista estero sull’ipotesi di acquisizione dell’agenzia Agi da parte del parlamentare leghista Angelucci, proprietario di Libero e del Giornale. “Se lei pensa che i giornali di Angelucci abbiamo il predominio, ha bisogno di rafforzare la sua conoscenza del giornalismo italiano. Non penso – taglia corta La Russa – che Angelucci possa condizionare la comunicazione più ad esempio del mio amico Urbano Cairo che ha per esempio il Corriere”.

Torino, “condanno totalmente l’aggressione”

Infine la domanda su CasaPound dopo l’aggressione dei giorni scorsi a un giornalista de La Stampa. “Sciogliere CasaPound? Non spetta a me deciderlo, c’è una legge. È una cosa seria, che va oltre un singolo episodio, quando si farà una valutazione la leggerò”, dice La Russa. Sui fatti di Torino poi ribadisce la condanna totale. “Sulla vicenda di questi giorni, ho una posizione di assoluta e totale condanna”, dice per poi aggiungere: “La persona aggredita, a cui va la mia solidarietà, non si è mai dichiarata giornalista. Non sto giustificando niente. Non credo però che il giornalista passasse lì per caso, trovo più giusto se l’avesse detto. Ma questo non può giustificare minimamente l’azione violenta. Ci vuole un modo più attento di fare le incursioni legittime da parte dei giornalisti”.

Il busto di Mussolini è il più citato al mondo

Immancabile la domanda sull’ormai famoso busto di Mussolini, che ciclicamente finisce nel mirino di chi a sinistra è sempre a caccia dello scivolone. “Sul busto di mio padre, conservato a casa di mia sorella, siamo arrivati a quasi 250mila citazioni”, scherza il presidente del Senato. “Vi inviterò quando arriveremo alle 250mila citazioni”. Ma la sinistra, a corto di ironia, non perde tempo a stigmatizzare le parole di La Russa sugli episodi di Torino. Dal Pd ai Verdi-Sinistra è una gara a montare il caso. “Se non vuoi essere picchiato, ti devi dichiarare giornalista. Il presidente del Senato non è solo imbarazzante, ma anche ingiustificabile, a tal punto che, di fronte ai fascisti di Casapound, trova il modo di fare una reprimenda nei confronti del giornalista Andrea Joly, colpevole di non essersi dichiarato e di aver fatto un’incursione giornalistica incauta”. Così in una nota Angelo Bonelli.

Le polemiche della sinistra che cerca il caso

Non è da meno il collega Nicola Fratoianni. Che invita La Russa a ricordarsi di “essere il presidente del Senato e non un turista che passa dalle parti di Palazzo Madama”.  Francesco Boccia dice di trovare inammissibili le parole di La Russa. “Non si può paragonare il sostegno, da lui espresso nel 2019, alle manifestazioni di CasaPound, alla sua partecipazione alle Feste dell’Unità”.

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