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La nuova vita degli alberghi dismessi alle Terme. Spazio a sanità, condomini e negozi

La nuova vita degli alberghi dismessi alle Terme. Spazio a sanità, condomini e negozi

In arrivo anche supermercati e camping di lusso. Solo una piccola parte dei 30 hotel in disuso conserverà la vocazione turistica

Supermercati, strutture sanitarie, campeggi di lusso, negozi e condomini. Così rinascono gli hotel termali dismessi ormai da moltissimi anni. Davvero minima una parte di questi, una trentina, conserverà la vocazione alberghiera.

Sono anni cruciali per il futuro delle Terme di Abano e Montegrotto, con le amministrazioni comunali che stanno lavorando alacremente per risolvere l’ormai annoso problema degli hotel chiusi e abbandonati al degrado e alle occupazioni di sbandati.

Via quindi ad una raffica di cambi di destinazione d’uso, che stanno dando nuova vita ad hotel che mai avrebbero riaperto sotto forma di struttura ricettiva.

Salute, market e camping

Molto florida la situazione che si sta vivendo soprattutto a Montegrotto, dove sta nascendo una casa di riposo al posto dell’ex Hotel Rio d’Oro. I lavori sono già avviati e chi passa per via Virgilio o la zona di piazza Mercato può notare come la struttura muraria sia già a buon punto.

Rigenerazione con un camping di lusso e una piccola struttura alberghiera, sotto il nome di Union Lido Terme, per l’ex Sporting Center. Anche qui è stata abbattuta una due vecchie palazzine e sono in corso a spron battuto i lavori.

Al Cristallo arriverà un nuovo supermercato a marchio Aspiag. Al Terme Tiberio spazio invece ad un misto residenziale-commerciale.

Abbattimenti

«Nel 2016, all’insediamento di questa amministrazione, a Montegrotto c’erano 11 hotel dismessi: l’hotel Bagno Romano, l’hotel Antiche Terme, l’hotel San Marino, l’hotel Mondial, l’hotel Monaco, l’hotel pensione Ai buoni amici, l’hotel Bertha, l’hotel Caesar, l’hotel Montecarlo, hotel Cristallo e l’hotel Rio d’Oro», tiene a precisare il sindaco di Montegrotto, Riccardo Mortandello.

«Da un punto di vista urbanistico queste strutture dismesse da oltre 10 anni rappresentavano un pessimo biglietto da visita per il territorio sampietrino. Come amministrazione comunale abbiamo già ottenuto dei grandi risultati favorendo da un punto di vista politico e amministrativo la demolizione di alcuni alberghi: al posto degli hotel Mondial, San Marino e Monaco verrà creata una nuova struttura alberghiera, mentre l’abbattimento dell’hotel Bagno Romano permetterà un ampliamento dell’adiacente hotel Marco Polo con nuove piscine e nuovi parcheggi.

Giù anche l’ex Rio d’Oro. Siamo orgogliosi di essere riusciti in pochissimo tempo a creare nel nostro territorio dinamiche imprenditoriali virtuose e soprattutto un mutato clima positivo che spinge diversi imprenditori a investire a Montegrotto, riconoscendo l’enorme potenziale turistico di una località che è di fatto la porta di ingresso ai Colli Euganei da Est».

Torna il Torino

Ad Abano ha riaperto l’Hotel Grand Torino, acquisito da Gianni Albertin, già titolare degli alberghi Park, Al Sole e Eden. Lavori in corso all’ex Villa Piave, acquistato da Lara Gibellato, che formerà con i vicini Risorta e Patria una sorta di maxi complesso alberghiero.

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L’Hotel Magnolia diverrà invece un’ala della Casa di Cura di Abano. In riapertura anche l’Hotel Firenze, stavolta dal punto di vista alberghiero, che ha bandiera iraniana.

«Nelle ultime settimane ho incontrato alcuni investitori, rappresentanti di importanti fondi, interessati ad alcun hotel dismessi», spiega il sindaco di Abano, Federico Barbierato. «Ho illustrato le opportunità e i numeri del nostro turismo, e rappresentato la possibilità degli accordi pubblico-privati previsti nel Pat. C’è molto interesse anche sugli effetti della promozione che partirà nei prossimi mesi con l’Ambassador Sofia Goggia nei mercati italiano ed estero».

Pubblico-privato

Sono 10 gli hotel dismessi ad Abano: Centrale, Orologio, Italia, Magnolia, Massaggio, Salvagnini, Mediterraneo, Millefiori, Reve, Posta. Ciascuno rappresenta una specifica situazione urbanistica e ci sarà un’unica soluzione valida per tutti.

«La nostra prima preoccupazione è vedere se sarà possibile ripristinare la loro funzione alberghiera», puntualizza ancora il primo cittadino aponense. «In alternativa non è escluso che, in alcuni casi, si considerino ipotesi diverse ma coerenti con l’idea di Abano, città della salute preventiva e del benessere. Siamo aperti alla discussione senza essere disposti a snaturare il nostro territorio che ha una vocazione turistico termale. In alcune situazioni siamo disponibili a considerare qualcosa di diverso. Però tutto deve inserirsi coerentemente nel disegno di città che abbiamo definito con il Pat».

Poli: «Investitori attratti»

Bene le riconversioni degli hotel dismessi, che danno nuova vita alle strutture e che consentono alle città di Abano e Montegrotto di usufruire di nuovi servizi. Federalberghi Terme Abano Montegrotto guarda con occhio favorevole alle riqualificazioni degli hotel dismessi. «Il nostro territorio sta cambiando volto, negli ultimi anni molti hotel sono destinati alla riapertura o alla riconversione», esordisce nella sua analisi il presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Walter Poli.

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«Se all’inizio le prime acquisizioni potevano sembrare fatti isolati ora, mentre si susseguono le notizie di alberghi chiusi destinati a nuova vita, è sempre più evidente che siamo di fronte a un fenomeno nuovo, una trasformazione positiva che interessa un territorio che sta diventando sempre più attrattivo anche per gli investitori stranieri, in arrivo da diversi Paesi, che scommettono con convinzione sul futuro di questa destinazione in grado di rispondere con la sua offerta - che incrocia salute, natura, benessere - ai nuovi trend della domanda».

Lo stesso Poli fa notare che secondo l’ultimo rapporto del Global Wellness Institute (GWI) fra il 2020 e il 2022 il turismo del benessere, ovvero le vacanze mosse dalla ricerca della salute fisica e mentale, a livello mondiale è cresciuto del 30% annuo con una spesa in media 1.764 dollari pro capite per viaggio, ovvero il 41% in più rispetto al tipico turista internazionale.

«I dati del nostro Centro Studi Termali Pietro d’Abano confermano per il nostro territorio anche una crescita della domanda di cure sanitarie», dice ancora il numero uno dell’associazione degli albergatori. «Se l’arrivo degli investitori da diverse parti del mondo ci caratterizza come una moderna destinazione internazionale, anche il territorio deve essere all’altezza di questa sfida in atto: il tema della rigenerazione urbana sostenibile ci sta molto a cuore, a partire dal nodo del centro di Abano, con il Kursaal e l’Hotel Orologio che devono essere compresi in un unico piano».

Per quanto riguarda l’arrivo di nuovi imprenditori ci sono varie sfaccettature da tenere ben presenti in un’ottica di Terme a 360 gradi. «Il cambiamento in atto, con l’arrivo di nuovi investitori, sta portando con sé anche qualche inevitabile “fatica” perché ovviamente rispetto a un passato in cui le strutture erano tutte a gestione familiare, nelle mani di famiglie del territorio - e fra imprenditori ci si conosceva un po’ tutti - il panorama sta mutando e anche come associazione siamo chiamati a raccogliere nuove sfide e a ricercare il dialogo con le proprietà delle nuove strutture che apriranno».

Poli è convinto che la “convivenza” tra famiglie storiche termali e nuovi investitori avrà buoni risvolti. «L’esperienza positiva con la società internazionale V Hotels, che ha rilanciato tre strutture fra Abano e Montegrotto e che è rappresentata anche nel nostro consiglio direttivo, ci indica che è una sfida possibile», conclude.

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