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Vendute le giacenze della Tessitura Monti. Dall’asta 1,6 milioni di euro

A distanza di un anno dalla cessione dei marchi e di parte della forza lavoro della Tessitura Monti, acquisiti dalla società Andreazza & Castelli di Gallarate, in provincia di Varese, nelle scorse settimane si è chiuso un ulteriore capitolo.

Il curatore fallimentare, il professionista milanese Fabio Pettinato, ha infatti dato corso alla liquidazione del patrimonio aziendale mettendo all’asta la strumentazione utilizzata nel sito produttivo di Varago di Maserada e un’ingente quantità di rimanenze: filati, tessuti e camicie.

Le ultime due aste si sono chiuse martedì della settimana scorsa. Complessivamente sono stati raccolti 1,6 milioni di euro, con importanti rialzi rispetto ai prezzi base dei singoli lotti (in totale un milione di euro). Sono così passati di mano gran parte degli strumenti legati alla produzione.

I più ambiti sono stati i 24 telai Picanol del lotto 3: si partiva da una base d’asta di 120 mila euro e si è arrivati all’aggiudicazione finale di 417 mila euro. Rialzi a tre cifre anche per altri macchinari utilizzati nei reparti di tessitura, campionatura e incorsatura, lotto 9 passato da 9. 955 euro a 67 mila euro. Di grande valore anche i tre orditoi inseriti nello stesso lotto, venduti per 423 mila euro.

Tutta questa strumentazione, alla quale si aggiungono macchine da cucire, annodatrici, una roccatrice e semplice materiale di magazzino (transpallet, forno industriale, cinque automobili e un autocarro), è ora di proprietà dei nuovi acquirenti. Una quota rilevante della liquidità raccolta con questa serie di vendite (le procedure competitive in tutto sono state 16) fa riferimento anche ai tessuti.

Nei magazzini della Tessitura Monti, andata in crisi già nel 2006, affidata nel 2020 all’amministrazione straordinaria e finita in liquidazione giudiziale dopo una lunga agonia nel 2023, era rimasto diverso materiale. Quasi 30 mila chili di filati grezzi, più altri 16 mila chili di filati tinti sono stati venduti per 129 mila euro. Sono finiti all’asta anche i tessuti del celebre marchio Sictess, per 12 mila metri lineari (valore 53 mila euro) e 11791 capi di camiceria (passati dal valore base di 11 mila euro, un euro a capo, a quello finale di 33 mila euro.

In totale capi e tessuti sono stati venduti per 436 mila euro. Parte di quest’ultimi lotti (non i macchinari) sono stati acquisiti dalla Andreazza & Castelli, che nel 2023 con un’offerta di 1,3 milioni di euro aveva acquisito il ramo d’azienda della Tessitura Monti con una quindicina di dipendenti, per gli altri 101 all’inizio di quest’anno si è aperta la procedura di licenziamento collettivo.

Le procedure competitive di vendita si sono svolte, tutte con modalità asincrona telematica, tra l’inizio di maggio e metà luglio. Ma la storia di questa liquidazione non è affatto chiusa.

La storica azienda di Maserada fondata nel 1911 ha tra i suoi “tesori” anche l’ingente compendio immobiliare. Solo nel comune lungo il Piave sono intestati alla vecchia società terreni per 145 mila metri quadrati. La loro messa all’asta apre un’ulteriore partita anche sul fronte degli sviluppi urbanistici del territorio.

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