L'ombra del terrorismo sulle Olimpiadi di Parigi
Questa sera, al Parco dei Principi di Parigi, saranno mobilitati mille agenti di polizia per garantire la sicurezza della partita di calcio delle Olimpiadi 2024 tra Mali e Israele. Il ministro dell'Interno dimissionario, Gérald Darmanin, ha dichiarato su BFMTV che l'incontro «è soggetto a un perimetro di sicurezza antiterrorismo» e ha sottolineato l'importanza dell'evento per il sistema di sicurezza, assicurando che l'obiettivo è garantire una presenza dedicata allo sport.
La delegazione israeliana beneficerà di un protocollo di sicurezza rafforzato durante i Giochi, a causa delle tensioni globali dovute alla guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. In questo contesto, una fonte della polizia ha riferito all'AFP di aspettarsi possibili azioni di disturbo intorno allo stadio e ha suggerito che potrebbero verificarsi episodi di insulti tra i tifosi, nonché manifestazioni di ostilità come fischi o la rimozione di bandiere durante l'inno. Questa mattina la polizia francese ha arrestato un uomo nella zona di Bordeaux, nel sud-ovest della Francia, che aveva pianificato un attacco durante le Olimpiadi, ha riferito una fonte della sicurezza alla Reuters, confermando quanto riportato dal quotidiano Le Parisien. Separatamente, la polizia antiterrorismo francese PNAT ha detto a Reuters che un diciottenne era stato arrestato nel dipartimento della Gironda, nel sud-ovest della Francia, con l'intenzione di commettere uno o più attacchi contro le persone ma non ha menzionato un collegamento con le Olimpiadi. Ieri invece un cittadino russo è stato arrestato a Parigi con l'accusa di aver cercato di destabilizzare la situazione durante i Giochi olimpici, ha riferito l'Agence France-Presse, che cita l'ufficio del procuratore di Parigi. «Martedì è stato avviato un caso per accuse di aver lavorato per un paese straniero con l'obiettivo di istigare all'odio in Francia. Queste accuse sono punibili con una pena detentiva di 30 anni», ha affermato l'ufficio del procuratore.
Durante la scorsa settimana, gli atleti israeliani in competizione per le Olimpiadi estive di Parigi 2024, , hanno ricevuto minacce di morte, messaggi di odio e telefonate da numeri stranieri che li invitavano ai loro funerali. I primi messaggi sono stati inviati alle e-mail di 15 atleti, firmati da un'entità autodefinitasi “Organizzazione per la Difesa del Popolo". Tra le minacce, vi è un riferimento al massacro di Monaco del 1972, che il gruppo ha dichiarato di voler replicare. Uno dei messaggi recitava: «Aspettatevi attacchi in ogni momento: all'aeroporto, in hotel e nelle strade che appartengono solo a noi. Nemmeno un'ondata di arresti contro la nostra organizzazione ci impedirà di portare a termine il nostro piano. Preparatevi all' Intifada!»
Sebbene attualmente non esista alcun gruppo attivo con questo nome, vale la pena ricordare che nel 1975 fu fondata un'organizzazione militante chiamata "Organizzazione per la difesa del popolo (ODP)" come milizia a sostegno del governo del "Movimento popolare marxista per la liberazione" dell'Angola" contro l'"Unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola" e le Forze di difesa sudafricane. Considerando l'attuale attivismo estremo del Sudafrica contro Israele, il riferimento è quantomeno curioso. Va anche aggiunto che, come riportato dal Times of Israel, i responsabili della sicurezza hanno spiegato di aver analizzato le minacce e di aver scoperto che erano generate da un bot e non da una vera organizzazione capace di rappresentare un pericolo per gli atleti. Lior Akerman, un ex agente dello Shin Bet, ha dichiarato al Telegraph che gli agenti saranno "equipaggiati con armi e tecnologie" e saranno supportati dalle forze di sicurezza e di polizia locali. Ha inoltre aggiunto che « non è possibile entrare nei dettagli sui metodi di sicurezza, ma la combinazione dell'esperienza e della conoscenza israeliana insieme alla cooperazione con le forze di sicurezza locali, offre una risposta eccellente e completa alla sicurezza della delegazione». I rischi che incombono sulle Olimpiadi sono molteplici e si va da atti di disturbo sensazionalistici durante le gare a vere e proprie azioni violente. Questo preludio di minacce agli atleti israeliani era ampiamente previsto e il sistema di sicurezza volto a garantire la protezione dei partecipanti è imponente. Tutto accade in un momento delicatisimo per la Francia alle prese con lo stallo politico e che si trova da decenni in una situazione estremamente problematica, con una forte presenza islamista, soprattutto nelle periferie. Nell'ultimi anni l’Esagono è stata teatro di numerosi attacchi a eventi come il Bataclan (2015), lo Stade de France (2015) e la Promenade des Anglais a Nizza (2016), tutti commessi dall’Isis.
Il fatto che le minacce provengano da bot e che il nome dell'organizzazione non corrisponda a nessun gruppo terroristico attivo è certamente un fattore positivo tuttavia, la situazione non deve essere sottovalutata. Bisogna tenere presente che i gruppi terroristici che pianificano attacchi di solito, non avvertono che stanno per colpire e da loro ci si deve sempre immaginare l’inimmaginabile. Quindi mai pensare «questo non faranno», oppure « non ci proveranno» perché la storia chi insegna che nessun obbiettivo è sicuro senza una costante attività preventiva di intelligence.
L’apparato di sicurezza francese sta già compiendo notevoli sforzi per affrontare le numerose minacce, e ulteriori richieste di mobilitazione non sono necessarie in questo momento. È importante considerare che, sebbene gli atleti israeliani siano il target principale, altre delegazioni provenienti da paesi accusati dagli estremisti di sostenere Israele potrebbero essere anch'esse a rischio, come ad esempio gli Stati Uniti, la Germania, e l’Inghilterra del nuovo primo Ministro laburista Keir Starmer che è pro Israele. I terroristi potrebbero progettare attacchi multipli, simili a quelli del 13 novembre 2015 accompagnati da attacchi diversivi per distogliere l'attenzione delle forze dell'ordine e dell'apparato antiterrorismo. Le fonti di minaccia sono varie e comprendono Hamas e il suo principale sostenitore statale, il regime iraniano, che esporta il terrore a livello globale, oltre agli estremisti islamici di Hamas e Hezbollah potenzialmente supportati da attivisti di estrema sinistra e i terroristi dello Stato islamico.