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Se le Olimpiadi si fossero svolte a Roma: le occasioni perse per quel “no” di Virginia Raggi

Olimpiadi

Si aprono formalmente oggi le Olimpiadi di Parigi, con le prime gare di calcio e di rugby, anche se la cerimonia ufficiale si svolgerà venerdì 26. Previste milioni di persone nella capitale francese mentre saranno miliardi quelle collegate con l’evento più importante dell’anno. Molti dimenticano, però, che invece di Parigi 24 avremmo potuto avere Roma […]

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Si aprono formalmente oggi le Olimpiadi di Parigi, con le prime gare di calcio e di rugby, anche se la cerimonia ufficiale si svolgerà venerdì 26. Previste milioni di persone nella capitale francese mentre saranno miliardi quelle collegate con l’evento più importante dell’anno. Molti dimenticano, però, che invece di Parigi 24 avremmo potuto avere Roma 24 se Virginia Raggi, la sindaca Cinquestelle eletta pochi mesi prima, non avesse inopinatamente rinunciato alla candidatura nel settembre del 2016. Perdendo un’occasione storica per la Capitale e per l’Italia.

13 miliardi  e 200mila posti di lavoro persi

Roma ha perso tredici miliardi di finanziamento, che sarebbero pervenuti dal governo, dagli sponsor e dal Cio. Sarebbero state realizzate opere pubbliche strategiche e straordinarie: il nuovo stadio e villaggio olimpico, il completamento di altre linee metro, collegamenti ulteriori per la viabilità. Il programma iniziale parlava di 5,3 miliardi di impegni da parte dello Stato ma non contemplava gli investimenti derivanti dagli sponsor e del Comitato Olimpico. Avremmo avuto almeno duecentomila posti di lavoro in più ma i benefici si sarebbero visti molto al di là dell’anno dei Giochi. Cosi com’è accaduto per Barcellona, il 1992, e Atene il 2004.

Perché avremmo ottenuto le Olimpiadi

Se Virginia Raggi avesse detto sì senza farsi fermare dalle paure del cemento, Roma avrebbe ottenuto le Olimpiadi estive. Eccessiva fiducia? No. Se è pur vero che Parigi quest’anno le ospita a distanza di cento anni, è altrettanto vero che, dopo il ritiro della nostra Capitale, il Cio assegnò alle due città rimanenti, quella francese e Los Angeles, contemporaneamente le edizioni 2024 e 2028 (il 2032 si andrà in Australia). Gli equilibri all’interno del Comitato e l’azione di Giovanni Malagò potevano determinare quel successo che tre anni dopo si concretizzò con l’assegnazione dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, quasi un risarcimento all’Italia.

Roma caput mundi

L’assegnazione dei Giochi a Roma ne avrebbe esaltato la straordinaria bellezza storica e unicità. Napoli sarebbe stata coinvolta per le gare di vela e canottaggio. Il movimento imprenditoriale e sportivo avrebbe tratto grande vantaggio dagli effetti dei Giochi. Così come accadde per l’edizione del 1960, l’unica realizzata in Italia, che vide (dallo stadio Olimpico al Muro torto) tante infrastrutture nascere e contribuire a quello che sarebbe stato il boom economico nel decennio successivo.

 I no che non aiutano a crescere

Quel no di Virginia Raggi e dei Cinquestelle ha fatto perdere all’Italia una grande occasione. Non c’era il rischio che la Capitale si cementificasse ma l’opportunità che potesse godere di benefici di cui tutta l’economia italiana avrebbe tratto vantaggio. E così domani assisteremo un po’ tristi all’accensione della fiamma olimpica, sognando di essere al Colosseo.

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