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Bici legate fra pali e alberi: in due giorni 30 rimozioni a Monfalcone

MONFALCONE. In due giorni la Polizia locale ha rimosso una trentina di bici attaccate a pali e alberi invece che nelle apposite rastrelliere, tra il prato antistante il Museo della Cantieristica e viale San Marco.

In base al Regolamento di Polizia urbana, possono del resto essere rimosse non solo le due ruote in stato di abbandono, di cui è stata accertata la presenza nello stesso luogo per almeno 10 giorni filati, ma anche quelle legate al di fuori delle rastrelliere. Mai sufficienti in una città dove le biciclette restano, per migliaia di persone, il mezzo per raggiungere il lavoro e compiere gli spostamenti necessari in ambito urbano.

Tutti i sostegni, e non sono pochi, collocati dal Comune in centro, e non solo, e quelli sistemati da Fincantieri nelle sue aree di parcheggio all’esterno dello stabilimento, in alcune ore della giornata, non presentano uno spazio libero. Assente il vicesindaco reggente, nonché assessore alla Sicurezza, Antonio Garritani, la già sindaco e ora assessore, nonché eurodeputata, Anna Cisint, lancia però l’invito a usare sempre le rastrelliere.

«Le biciclette abbandonate su pali e alberi non solo non sono decorose ma limitano in maniera importante la percorribilità dei marciapiedi a danno dei più fragili – afferma –. Il nostro obiettivo è mantenere una città decorosa, pulita e accessibile per tutti, dai bambini agli anziani, a chi ha problemi di deambulazione. Invito quindi tutti ad utilizzare le apposite rastrelliere per biciclette nel rispetto di chi abita Monfalcone. Non si tratta solo di ordine e decoro urbano, ma anche di sicurezza: un corretto uso delle rastrelliere è fondamentale per garantire spazi pubblici fruibili e sicuri».

«A Monfalcone le biciclette sono però migliaia e forse si dovrebbe ragionare su come potenziare la sosta regolare, rendendola allo stesso tempo più sostenibile per la città», afferma la presidente di Fiab Monfalcone Bisiachinbici, Olga Cociani.

«L’idea potrebbe essere quella di creare delle strutture in cui concentrare la sosta delle biciclette – spiega – in cui potrebbero anche essere al sicuro. Credo che diversi cittadini sarebbero disponibili a pagare una piccola forma di abbonamento per vedere protette da eventuali furti le proprie due ruote, soprattutto se sono l’unico mezzo a disposizione per spostarsi». A valutare un potenziamento della sosta per le biciclette, se necessario, secondo Cociani, «dovrebbero anche essere le aziende che insistono sul territorio».

Intanto, quei cittadini la cui bicicletta è stata rimossa dalla Polizia locale avranno tre mesi di tempo per rivolgersi al comando per recuperarla.

Dovranno prima superare, però, un riconoscimento alla cieca: gli agenti raccoglieranno la descrizione del velocipede e, se convincente, riconsegneranno la due ruote. Assieme al verbale della sanzione prevista dal Regolamento di Polizia urbana per il parcheggio irregolare. La Polizia locale, in ogni caso, continuerà a monitorare la situazione e a intervenire per prevenire comportamenti scorretti, «collaborando con la comunità per promuovere una cultura del rispetto e della convivenza civile», come aggiunge Cisint.

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