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I giornalisti possono lavorare “sotto copertura”?

Il tema è stato ampiamente dibattuto qualche settimana fa, nelle ore successive alla pubblicazione dell’inchiesta di Fanpage denominata “Gioventù Meloniana“. All’epoca dei fatti, buona parte dei rappresentanti dei partiti della maggioranza di governo si erano scagliati contro questa azione di giornalismo investigativo condotta dalla testata online, mettendo in dubbio la legittimità dei giornalisti a lavorare sotto copertura. Insomma, coloro i quali non “si dichiarano” come giornalisti e si infiltrano in organizzazioni, come nel caso di “Gioventù Nazionale”, i “figliocci” di Fratelli d’Italia. Ora, dopo l’aggressione subita dal giornalista de La Stampa Andrea Joly a Torino da parte di alcuni militanti di Casapound, questo argomento è stato nuovamente sollevato dalla stessa parte politica.

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Il cronista del quotidiano che ha la sua sede principale nella città della Mole, è stato aggredito dopo essersi “infiltrato” – per raccontare cosa stava accadendo (e cosa è solito accadere) in quel luogo – all’interno del circolo Asso di Bastoni di via Cellini a Torino. Si tratta di un luogo che rappresenta un vero e proprio ritrovo per i militanti locali del movimento di estrema destra e di ispirazione neofascista (già partito politico candidato più volte a diverse tornate elettorali): Casapound. Non si era dichiarato giornalista, ma alcuni presenti hanno notato il suo comportamento – stava filmando con uno smartphone – e lo hanno aggredito, colpendolo più volte.

Giornalisti sotto copertura, è legittimo in Italia?

Praticamente tutti i partiti politici – compresa la Presidente del Consiglio che ha lasciato il proprio commento a una nota ufficiale di pochissime righe – hanno condannato l’accaduto e hanno espresso solidarietà al cronista de La Stampa, con dei distinguo. Come nel caso della seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato della Repubblica (Ignazio Benito Maria La Russa), che – durante la “Cerimonia del Ventaglio” andata in scena martedì a Roma – ha sottolineato più volte (dopo aver espresso solidarietà) che il giornalista aggredito non si era identificato come tale. Al netto del giudizio, cosa dicono leggi e regolamenti sui giornalisti sotto copertura?

All’interno del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica” relativo ai cronisti, il comma 1 dell’articolo 2 sembra dar ragione a Ignazio La Russa (e a Giorgia Meloni nelle sue critiche all’inchiesta di Fanpage):

«Il giornalista che raccoglie notizie per una delle operazioni di cui all’art. 1, comma 2, lettera b), della legge n. 675/1996 rende note la propria identità, la propria professione e le finalità della raccolta». 

Dunque, sembra che non possa esistere e sussistere un giornalismo sotto copertura e che i giornalisti debbano sempre dichiararsi come tale prima di raccogliere notizie. In realtà, proseguendo nella lettura dello stesso comma e dello stesso articolo, ecco comparire le eccezioni:

«Salvo che ciò comporti rischi per la sua incolumità o renda altrimenti impossibile l’esercizio della funzione informativa». 

Appare evidente, leggendo interamente questo articolo, che un giornalista sotto copertura sia legittimato a operare senza aver l’obbligo di dichiararsi come tale. Anche per tutelare se stesso, nonostante l’epilogo per Andrea Joly sia stato differente.

E l’interesse pubblico?

In molti si interrogano se nel caso dell’aggressione di Casapound a Torino e nell’inchiesta di Fanpage su Gioventù Nazionale ci fosse un reale interesse pubblico a rendere legittimo l’utilizzo di giornalisti “infiltrati”. La risposta appare palese: nella prima vicenda è evidente che sia importante divulgare come un movimento di estrema destra e di ispirazione neofascista sia ancora esistente e abbia dei militanti, nonostante ci siano molteplici leggi (dalla Scelba alla Mancino) che dovrebbero impedirne l’esistenza e obbligare la politica a sciogliere questi movimenti.

Nella seconda, l’inchiesta di Fanpage, è altrettanto evidente che sia importante per i cittadini essere a conoscenza di quel che avviene nella “cantera” (perdonate la metafora calcistica) del partito italiano che ha ottenuto più voti alle ultime elezioni Politiche e a quelle – più recenti – Europee. Dunque, questi fatti sottolineano come il giornalismo sotto copertura non solo sia legittimo, ma anche molto importante per la società.

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