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Caso Orlandi. E’ di Accetti anche la voce nella lato A cassetta delle sevizie. Un audio lo confermerebbe

Non è la prima volta che Marco Fassoni Accetti, l’uomo che fece ritrovare il flauto di Emanuela avvolto in un giornale dell’epoca con un’intervista al padre della ragazza, sostiene il suo ruolo attivo nella vicenda che perdura da 41 anni. Ora Accetti ci trasmette un accurato video in cui raffronta la sua voce con quella […]

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Non è la prima volta che Marco Fassoni Accetti, l’uomo che fece ritrovare il flauto di Emanuela avvolto in un giornale dell’epoca con un’intervista al padre della ragazza, sostiene il suo ruolo attivo nella vicenda che perdura da 41 anni. Ora Accetti ci trasmette un accurato video in cui raffronta la sua voce con quella dell’Amerikano, così è passata alla storia la voce del primo telefonista (25 giugno 1983),che parlava con un accento anglosassone. In conclusione nel video vi è l’identikit, legato alla segnalazione del  vigile Alfredo Sambuco, in cui Accetti evidenzia, con una sovrapposizione progressiva di immagini,  che quel soggetto ritratto riguardi la sua persona. E’ questo il punto chiave. Accetti a quanto pare, oltre al ruolo del telefonista detto “l’amerikano” sarebbe anche il telefonista presente nel lato A della famosa cassetta delle sevizie. Il lato “politico” in cui viene richiesto lo scambio tra la Orlandi e Ali Agca.  In questo caso l’ex fotografo ricorre ad un’impostazione di voce turca.

Un dato di rilievo che non era mai emerso. Ed è proprio quella voce che potrebbe dire molto sul ruolo di questo soggetto e che meriterebbe un approfondimento. Mentre resta aperto il mistero su quelle tre voci romanesche presenti nel lato B della cassetta delle sevizie che vennero poi cancellate.  

Vi è poi un altro quesito. Accetti è il telefonista Pierluigi e anche il telefonista Mario e ora risulterebbe anche coinvolto nella cassetta con la richiesta di scambio Orlandi Agca.  Un dato che fa riflettere e che crea notevoli interrogativi..

Sono tantissimi i dettagli e le analisi e ipotesi legate a queste telefonate. Telefonate in cui un 17enne tale Pierluigi parlava di Emanuela chamandola Barbarella, riportando diversi dettagli,  uso occhiali, problemi di vista, flauto e il matrimonio della sorella dove  la ragazza avrebbe dovuto suonare, che corrispondevano alla realtà.  Ricordiamo che lo zio Meneguzzi mise in dubbio la reale età di questo telefonista.  

Un telefonista che era arrivato anche a registrare i rumori del ristorante “Pippo l abruzzese” ovvero da dove aveva sostenuto di aver telefonato alla famiglia Orlandi. Un ritrovo di personaggi legati a Renatino de Pedis, il capo della banda della Magliana.   

Ma perché ora ribadire e rilanciare questa tesi? Certo Accetti, nonostante la mole di affermazioni, riscontri  e autoaccuse non è stato mai preso in grande considerazione, bollato anche come un mitomane. Un mitomane che certo sa molte cose e non ha ancora svuotato il sacco su questa realtà. 

Ora rilancia con forza il suo ruolo, pur non rivelando nulla sui suoi sodali. Sodali che potrebbero rientrare in quella lotta tra fazioni sotto il Cupolone, in un momento ad alta tensione nel cuore della fredda, per la questione fondi al sindacato polacco Solidarnosc, e nel ruolo ambiguo dei servizi e di operazioni di depistaggio. Ricordiamo il libro Il Ganglio , che per primo riferisce sull’intricata querelle , per certi aspetti anche a  sfondo esoterico tra simboli  e richiami al segreto di Fatima , è di fatto una rivisitazione del memoriale Accetti ripreso dal giornalista Fabrizio Peronaci. 

Una miniera a volte contraddittoria, ma carica di elementi che possono fornire  un quadro che s’inserirebbe in quella pista internazionale che ora pare riprendere forza in un contesto in cui si intersecano altre motivazioni legate ai fondi neri , alla crisi dello Ior e a quel dissesto che portò al suicidio del banchiere Roberto Calvi, oltre alla pista pedofila. Un filo rosso sangue che avrebbe avuto un tragico seguito di uccisioni di giovani innocenti come la diciassettenne Kety Skerl.

Su questo caso fece clamore il tragico riscontro del 12 luglio 2022, su quanto Accetti aveva più volte dichiarato in merito al trafugamento al Verano della bara con i resti della ragazza svedese, figlia di un regista, strangolata in una vigna  a Grottaferrata nel gennaio 1984.

Tutto questo fa parte di in una trama caratterizzata da infiniti depistaggi e in cui si inserirono strumentalmente diversi soggetti come la Stasi.  In ogni caso certo il ruolo dei servizi come emerge dall’inizio della vicenda e dal possibile ruolo che avrebbero avuto nel cancellare tre voci presenti nella citata è tristemente famosa cassetta con le sevizie.  Una triste realtà che si trascina da 41 anni in cui sicuramente Accetti ebbe un ruolo agendo per altri soggetti. 

Un ruolo sottolineato del già procuratore aggiunto alla Procura di Roma Giancarlo Capaldo nel  corso dell’audizione presso la Commissione d’Inchiesta,  che ha anche evidenziato il “ruolo “individuale” di De Pedis ,(e non più come capo della Banda della Magliana ), diventato poi un consulente autorevole e privilegiato delle alte stanze vaticane. 

Anche il giovane Accetti, per quanto legato ai suoi sodali, potrebbe avere avuto diverse iniziative individuali, sfruttando il suo genio dinamico e dark di fotografo e uomo di teatro, avvezzo ai travestimenti e per certi versi anche come abile manipolatore con le sue ragazze, inserendosi in contesti che venivano immediatamente sfumati da immancabili depistaggi. Ricordiamo inoltre come Capaldo abbia ribadito il legame, spesso messo in discussione, tra i rapimenti Orlandi e quello della quindicenne Mirella Gregori che avvenne il 7 maggio 1983.

Pietro Orlandi parla della necessità di coraggio da parte di tutti per arrivare alla verità. Pare che una possibile svolta possa pervenire almeno ad una “verità storica”. Un risultato che si spera sia finalmente  possibile grazie all’approccio di una Commissione d’inchiesta bicamerale che sta consentendo di approfondire diverse testimonianze che erano rimaste inascoltate o poco considerate. Testimonianze che stanno fornendo importanti dettagli di un puzzle che negli anni si è trasformato in un gigantesco e inestricabile intrigo che deve e può avere una soluzione.  Questo nell’ambito di una nuova fase che, dopo ben due archiviazioni, si è aperta grazie alle due inchieste, avviate ad inizio 2023, presso la Procura e in Vaticano  e al lavoro portato avanti con forza dalla Commissione d’inchiesta parlamentare che il 25 luglio sarà al lavoro per una nuova audizione di Giancarlo Capaldo

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