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Giada 21enne padovana conquista la Cina con il suo kung fu 

Giada 21enne padovana conquista la Cina con il suo kung fu 

foto da Quotidiani locali

«Per rendere una cosa speciale devi solo credere che sia speciale!». La citazione? È di Po, il panda pigro che diventa un eroe in “Kung Fu Panda”, successo cinematografico planetario. I maestri di Giada Fenzetto, 21enne di Ospedaletto Euganeo, sono sicuramente ben altri, ma il senso che la anima è proprio quello che muove il simpatico panda hollywoodiano: Giada fa una cosa speciale perché la crede speciale, il kung fu.

E la fa così bene che in Cina la padovana è diventata una vera star: ha ricevuto il premio Best Kung Fu Show Award e la certificazione Shaolin Kung Fu Inheritance Effort Award alla finale mondiale degli Shaolin Games al Tempio Shaolin, il uogo di nascita del Buddhismo Chán e la culla dello Shaolinquan, l’arte marziale dei monaci buddhisti.

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La foto di un suo calcio in volo è diventata un simbolo dopo la pubblicazione dell’immagine nel Global Times, notissimo tabloid quotidiano cinese prodotto dal quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese.

«Ho cominciato a sei anni, perché mi incuriosiva», racconta la ragazza. «Con il passare degli anni è nata una passione». Da bambina curiosa ad atleta di livello internazionale, il percorso di Giada nel kung fu è stato costellato da dedizione, sacrifici e un costante desiderio di migliorarsi, un po’ come Po – l’atleta perdonerà il paragone – che da lavapiatti diventa guerriero leggendario.

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Giada ha trascorso 15 anni ad allenarsi nella scuola di Kung Fu Shaolin e Tai Chi di Ospedaletto Euganeo, sotto la guida dei maestri Marangon Luciano e Daniela Peloso. «La palestra è come una seconda casa. Dentro ci sono compagni che mi hanno accompagnato in questo percorso sin dai primi tempi, sono come fratelli», spiega Giada, sottolineando l’importanza della comunità che la supporta.

Si può scomodare ancora il famoso cartone: anche Po ha avuto bisogno dei Cinque Cicloni e del Maestro Shifu per diventare un vero guerriero. Perché, come spiega la giovane atleta, «con il supporto delle persone si può arrivare in alto». Nonostante le difficoltà e i sacrifici, Giada ha continuato a coltivare la sua passione conciliando gli allenamenti con gli studi: alle superiori è stata una delle centine del liceo “Giovanni Battista Ferrari” di Este, indirizzo Scienze applicate. «Ora studio Medicina e Chirurgia all’Università di Ferrara», dice con determinazione. «Ho sempre cercato di conciliare tutto», assicura lei.

La competizione in Cina, al Tempio Shaolin, nella provincia dell’Henan, è stata la finale mondiale degli Shaolin Games, un evento che ha riunito le migliori stelle del kung fu da tutto il mondo. Giada aveva conquistato il titolo di Shaolin European Star agli Shaolin Games Europei, guadagnandosi così un posto tra i partecipanti alla finale mondiale. «La gara era divisa in tre gironi: io ho passato il primo nel quale da 198 persone ne sono passate 48, poi al secondo step era previsto un veniva fatto “uno contro uno” e lì mi sono fermata, non arrivando quindi tra i 10 vincitori della competizione», spiega la ragazza.

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Tuttavia, la sua performance le ha valso una medaglia e il riconoscimento per il miglior spettacolo di kung fu. Oltre ai premi, l’esperienza al Tempio Shaolin ha avuto un profondo impatto su Giada. «Questo evento è stato, riprendendo le parole dell’Abate del Tempio Shaolin Shi YongXin, non una competizione di vincita o sconfitta, ma un momento di risveglio della vita, di crescita della squadra e di eredità e promozione dello spirito Shaolin».

Per qualche giorno, la 21enne di Ospedaletto Euganeo è stata una star: «A livello mediatico è stato forte, ho trovato la mia foto in tutti i giornali, anche internazionali». Oltre allo spazio nel Global Times – un milione e mezzo di copie diffuse in tutta la Cina – a Giada ha dedicato un video anche l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia. Anche il presidente veneto Luca Zaia le ha dedicato un post, l’altro ieri. «Spero che la mia esperienza possa convincere diversi bambini a provare questa disciplina».

La possibilità di confrontarsi con atleti di diverse nazionalità e stili ha arricchito ulteriormente la sua visione del kung fu come una disciplina universale, capace di unire le persone oltre ogni confine. Per Giada, il kung fu non è solo uno sport, ma un percorso di crescita personale e spirituale. «Ora non so se potrà diventare un lavoro, perché ho già altri ambiziosi progetti in mente», conclude. «Tuttavia, quel che so per certo è che il kung fu è stato e sarà sempre una parte molto importante della mia vita. Mi sto godendo il più possibile questa disciplina, in futuro si vedrà». Un’affermazione che, come insegna Oogway, anziano Maestro che ha proclamato Po Guerriero Dragone, dimostra che «il passato è storia, il futuro è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente».

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