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Chi era Giampaolo Benvegnù, l’harleista morto nel frontale con il bus a Cison

Chi era Giampaolo Benvegnù, l’harleista morto nel frontale con il bus a Cison

foto da Quotidiani locali

Era stato un portiere di hotel, poi con la pensione aveva deciso di vivere a Cison in un rustico fresco di ristrutturazione immerso nel verde. Ma soprattutto Giampaolo Benvegnù, 72 anni, era un appassionato harleista. «Era un mio cliente quando ero a Bassano, una persona spettacolare, un harleista vecchio stampo, di quelli che fanno chilometri e quando si fermava in un posto faceva amicizia con tutti», racconta un responsabile di Harley Davidson Treviso.

Quando lavorava nella concessionaria di Bassano gli aveva venduto la Touring Electra Glide Ultra Classic, un gioiello che Giampaolo si era regalato per godersi la pensione. Le gite con gli amici, i raduni, l’immancabile appuntamento annuale a settembre con l’European Bike Week, il più grande raduno europeo di bikers e Harley Davidson al Faaker See in Carinzia, in sella Giampaolo Benvegnù viveva la sua libertà.

«La strada è la mia casa», questo era il motto del settantaduenne, Ironass per gli amici. Benvegnù ha macinato decine di migliaia di chilometri con quella Electra Glide Ultra Classic ma ha trovato la morte a pochi passi dalla sua abitazione di Tovena. Lascia due figli, uno dei quali abita nel Goriziano. Giampaolo Benvegnù era originario del Padovano, di Torreglia. La maggior parte della sua vita lavorativa l’aveva trascorsa come portiere, a Montegrotto Terme. Circa una decina d’anni fa aveva raggiunto la pensione e così si era sistemato una casa in Borgo Rech, dove viveva da solo.

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Una vecchia abitazione che aveva rimesso a nuovo. «Essere pensionato e girare in libertà», diceva, avendo più tempo da trascorrere con la sua Harley. Le cene e le birre con gli amici motociclisti, le tante persone che hanno incontrato nei suoi viaggi, il suo carattere genuino, questo rimarrà a chi ha conosciuto Giampaolo Benvegnù.

«Una notizia brutale, di quelle che non si dovrebbero mai sentire e che lasciano senza parole e senza forza – così l’ha voluto celebrare il chapter (i gruppi ufficiali della comunità Harley ndr) di Bassano del Grappa, con cuori neri listati a lutto –. «Ciao Giampaolo, è così che ti ricorderemo: col piacere e la semplicità di una buona birra fresca da gustare in compagnia».

Benvegnù aveva creato il suo chapter personale Cison di Valmarino. Aveva realizzato la patch Cison di Valmarino chapter, che indossava sulle spalle del suo gilet da motociclista. Le bandierine del Veneto con il leone da una parte e quella a stelle e strisce degli Stati Uniti dall’altra, sul retro della sua Harley, rappresentavano altri simboli. Bandana o cappellino in testa, il pizzetto sempre curato, il look di Benvegnù era caratteristico.

Anche ieri era uscito con la sua moto. Aveva appena fatto benzina al distributore di Tovena. Ripartito, dopo nemmeno duecento metri lo schianto mortale contro la corriera.

Messaggi di cordoglio sono arrivati da diversi chapter da tutta Italia, una tragedia che ha colpito i motociclisti. Giampaolo aveva conosciuto harleisti ovunque, era una persona con cui era piacevole scambiare qualche chiacchiera e l’argomento principale ruotava sempre attorno al mondo dei bikers e dei motori. La data dell’ultimo saluto ancora non è stata fissata, in attesa del nulla osta da parte della magistratura. Da definire anche se si svolgerà a Cison o nel Padovano.

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