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Acqua agitate a Monfalcone tra il caso Del Pizzo nel centrodestra e le scadenze dem

Acqua agitate a Monfalcone tra il caso Del Pizzo nel centrodestra e le scadenze dem

Tiene banco nel centrodestra il destino come presidente del Consiglio comunale dell’ex civico ora in FI

MONFALCONE Parafrasando il film, «Salvate il soldato Del Pizzo». Tempi difficili, per il neo forzista, politico inossidabile con fibra democristiana doc. Finito nel fuoco incrociato della Lega e della lista Cisint per Monfalcone, ma difeso a spada tratta dalla senatrice di Fratelli d’Italia Francesca Tubetti, il presidente del Consiglio comunale verserebbe in una situazione di bilico.

Le accuse mosse dal partito di Salvini che l’ha duramente stigmatizzato per aver rilasciato un’intervista dopo il riposizionamento in Forza Italia – un colpo al cuore della cisintiana civica di cui Ciro Del Pizzo era stato mentore (una genialata, alla luce degli esiti del 2022) – hanno lasciato il segno, al punto da suscitare solidarietà, ieri, tra gli scranni. Ma pure la simultanea preoccupazione che la carica istituzionale possa essergli destituita.

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Difficile: la presidenza consiliare è decretata dall’assemblea e dunque l’eventuale, ipotetica proposta di rimozione, una voce che ieri s’è rincorsa nella giornata, andrebbe messa ai voti, cioè alla conta dei numeri.

Ma tra alleati? Lega e Lista Cisint esprimono ora 10 consiglieri, ne servirebbero almeno altri tre. Arduo però pensare che FdI, con Tubetti pubblicamente dalla parte di Del Pizzo, smentisca la linea di partito. Così lo scenario non pare oggettivamente fattibile, al di là di qualche tentazione.

La Lega con il segretario provinciale Paolo Bearzi smentisce la ricostruzione: «Per noi non è un tema all’ordine del giorno e infatti non mi risulta. Penserà lui se fare un passo indietro o meno, noi non glielo stiamo chiedendo». Il capogruppo della Lega ribadisce che la reazione del suo partito è dipeso «dall’uscita di Del Pizzo, cui abbiamo risposto: se lui dice che sta nel centrodestra, allora prendiamo atto».

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Caso chiuso? Solo il tempo potrà dirlo. La sottosegretaria azzurra Sandra Savino, per ora, non commenta. Parla invece l’opposizione. «Abbiamo pensato più volte – così in una nota Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo (Sinistra) – che doveva esser difficile, per un moderato, di formazione cristiano-sociale, star sotto l’ombrello della destra di governo monfalconese, a trazione leghista, e dover sopportare pregiudizi ideologici, linguaggi feroci, dichiarazioni divisive, continui richiami al conflitto religioso, in una città che avrebbe bisogno invece di Pace. Ora abbiamo capito, leggendo il giornale, che è proprio difficile provare a pronunciare quella parola da quelle parti, senza diventare vittima di un fuoco di fila di vecchi amici, con tanto di “fatwa social”».

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«Al presidente Del Pizzo – concludono – va la nostra solidarietà umana, prima che politica. Ha solo ricordato a tutta la città una cosa giusta: il vero tema che danneggia tutti i cittadini è il lavoro povero, i redditi bassi. Noi lo diciamo da anni, ma a sostenerlo di là, dove si è fatto mercato elettorale parlando di conflitto religioso, si viene accusati di lesa maestà. Ed è un peccato. A sinistra si discute spesso, pure in modo intenso, ma non siamo soliti accusare di slealtà amici e alleati».

Vero è che anche il centrosinistra ha le sue gatte da pelare, con un big papabile per il voto 2025 – Enrico Bullian – e il Pd che punta i piedi e rivendica la paternità del candidato di coalizione, con una sua designazione.

Mettendo peraltro un paletto, ottobre, che neppure ad alcuni della segreteria, Fabio Del Bello per esempio, fa fare i salti di gioia, anzi. Difatti chiede di «stringere i tempi». Mentre il diretto interessato Bullian si dice «felice spettatore della vicenda, dove a tempo debito prenderò posizione: viviamo in pace agosto e ci rivediamo a settembre».

Ma è la capogruppo dem Lucia Giurissa a entrare nel caso Del Pizzo: «Com’era prevedibile l’onda lunga dei dissidi interni al governo Meloni s’è infranta anche sui nostri lidi istituzionali». «Siamo sempre più convinti – dice – che ora l’alternativa alle destre sia urgente per dare risposte concrete ai cittadini sbigottiti da offese incrociate pretestuose. Non esistono temi tabù né alcun processo in piazza per lesa maestà. Si faccia leva sulla serietà delle nostre istituzioni e si riapra il dibattito pubblico sulle questioni d’attualità lasciando da parte personalismi e ripicche. Solo così si potrà uscire da questo clima di tensione per tracciare prospettive di crescita».

Sul pezzo c’è anche Federico Razzini (Territorio e libertà), che trova le parole pronunciate in Aula dal sindaco reggente Antonio Garritani «molto importanti». «Stimo la persona – aggiunge – e ne apprezzo lo stile sobrio: credo che di ciò abbia bisogno Monfalcone in questa fase delicata, profondamente lacerata e in un clima insopportabile». Quanto a Del Pizzo «è uno dei pochi in gamba», che «parla di politica» e «non teme di restare orfanello, senza poltroncina». «Mi pare – conclude – abbia detto cose di buon senso, nell’interesse della città».

Intanto ieri l’eurodeputata Anna Cisint ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue «per ridare piena agibilità ai traffici mediterranei, messi in pericolo dall’escalation di attacchi Houthi, che arreca un’insostenibile emergenza nelle nostre filiere».

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