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Meloni con Herzog prenda posizione: Israele non può continuare a godere di impunità

La Presidente Meloni incontrerà, a Palazzo Chigi, il Presidente israeliano Herzog giovedì 25 luglio. Accade a pochi giorni dallo storico “parere consultivo” della Corte Internazionale di Giustizia che – su richiesta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – si è espressa su temi cruciali, inerenti il conflitto israelo-palestinese, a partire dalle conseguenze legali delle politiche di Israele nei Territori Occupati Palestinesi.

Con la pronuncia di venerdì 19 luglio, la Corte ha messo una “pietra tombale” su tutti gli argomenti legali portati avanti da Israele in questi anni. Ma vediamo nel dettaglio su cosa si è espressa.

In primo luogo ha riconosciuto che tutti i territori palestinesi sono sotto occupazione: Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza, anche nel suo status prima del 7 ottobre. Richiamando l’art. 42 della Convenzione dell’Aia del 1907, ha quindi affermato che “Israele è rimasto in grado di esercitare, e ha continuato a farlo, alcuni elementi chiave dell’autorità sulla Striscia di Gaza, tra cui il controllo delle frontiere terrestri, marittime e aeree, le restrizioni alla circolazione di persone e merci, la riscossione di tasse di importazione ed esportazione e il controllo militare sulla zona cuscinetto, nonostante il ritiro della sua presenza militare nel 2005”. Un passaggio questo che ha il pregio di confermare che tutti i Territori Palestinesi ricadono sotto le norme contenute nella IV Convenzione di Ginevra, che tutela la protezione dei civili in tempo di guerra.

“Ogni aspetto dell’occupazione israeliana è illegale”

La pronuncia ha specificato come ogni aspetto dell’occupazione sia illegale: gli insediamenti, le azioni dei coloni, la preclusione all’accesso all’acqua e all’uso delle risorse naturali palestinesi. Nel suo parere la Corte internazionale di giustizia dice dunque che Israele ha illegalmente annesso ampie parti della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, che i palestinesi devono essere risarciti per quanto commesso dal 1967, che agli sfollati va riconosciuto il diritto a tornare al luogo di residenza originario. La Corte ha infine detto che Israele sta attuando una vera e propria apartheid in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, uno dei più gravi tra i crimini internazionali.

Per quanto non vincolante – come invece il pronunciamento del 26 gennaio scorso – questo parere è quindi fondamentale, perché inquadrando giuridicamente tutti i principali elementi della situazione israelo-palestinese, costituisce la fonte da cui dovranno derivare i principali atti, provvedimenti, decisioni future degli organi delle Nazioni Unite e degli Stati membri.

L’appello alla Premier Meloni

Chiediamo quindi alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di ricordare al Presidente Herzog l’importanza del rispetto di quanto deliberato dalla Corte il 26 gennaio e di quanto affermato nel parere del 19 luglio, senza delegittimare gli organi che difendono il diritto internazionale e che preservano le regole preposte a mantenere l’ordine mondiale. Ora più che mai è urgente porre fine all’occupazione, smantellando gli insediamenti e consentire la completa autodeterminazione del popolo palestinese.

La comunità internazionale, Italia compresa, non può continuare a ignorare le sentenze riguardanti le politiche illegali e le pratiche disumane attuate da Israele.

Riguardo la Striscia, è fondamentale che l’incontro di domani non diventi l’occasione per legittimare l’assedio, che in modo criminale sta riducendo alla fame e alla sete la popolazione di Gaza, dove i bombardamenti l’hanno ridotta ad un cumolo di macerie, uccidendo più di 38.000 palestinesi e causando quasi 2 milioni di sfollati a un passo dalla carestia. In Cisgiordania aumenta intanto il numero degli attacchi dei coloni contro i palestinesi, superando i 1.000 incidenti. Per porre fine a questa catastrofe umanitaria non c’è che l’adozione di un cessate il fuoco immediato e permanente, un pieno accesso agli aiuti umanitari, il ripristino dei servizi di base da cui dipende la sopravvivenza della popolazione e il rilascio di tutti gli ostaggi e dei palestinesi detenuti illegalmente.

Serve un’azione diplomatica per porre fine all’impunità di Israele

È evidente infine che il mondo diventi più sicuro quando si chiede ai propri alleati di rispettare le regole e di pagare quando le hanno violate. E chi lo fa ne guadagna in credibilità e quindi anche in capacità di influenza, anche tra i Paesi che alleati non sono. Ebbene ci auspichiamo che la Premier Meloni ne tenga conto per una volta.

Quanto dovremo aspettare ancora perché l’Italia e gli Stati membri sia di propria iniziativa, sia nelle sedi Onu dell’Assemblea Generale, ma soprattutto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, agiscano per porre fine all’impunità di cui Israele ha goduto per decenni?

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