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Il Qatar dona 50 milioni a Venezia e prenota un padiglione permanente ai Giardini

Il Qatar dona 50 milioni a Venezia e prenota un padiglione permanente ai Giardini

foto da Quotidiani locali

Primi esiti del protocollo di cooperazione tra Qatar Museums e Comune di Venezia, annunciato nel giorno in cui Qatar Airways ha ripreso il servizio diretto tra Doha e l'aeroporto Marco Polo di Venezia: il Qatar dona alla città 50 milioni di euro per sostenere la gestione del patrimonio storico culturale e prenota un nuovo padiglione nazionale per la Biennale nei Giardini napoleonici di Castello.

«Il padiglione garantirà che le voci arabe siano rappresentate tra le nazioni presenti nei Giardini, come estensione del lavoro di Qatar Museums negli ultimi due decenni per elevare i creativi arabi al dialogo internazionale», sottolinea il comunicato ufficiale sull’intesa raggiunta.
Quello del Qatar sarebbe il secondo padiglione permanente del mondo arabo, dopo quello dell’Egitto.

«Il Qatar e l'Italia nel corso dei decenni hanno avuto un rapporto molto forte in più campi, la firma del protocollo avvicina le nostre nazioni, forgiando un'alleanza culturalmente strategica», ha commentato Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, presidente dei musei del Qatar. «La cultura è sempre stata un ponte tra le persone. In un mondo che è diventato sempre più polarizzato, sentiamo un profondo senso di responsabilità di affrontare le nostre differenze attraverso manifestazioni pacifiche di espressioni creative».

«La Città di Venezia è sempre stata aperta al mondo, come luogo dove culture e popoli diversi si incontrano e crescono. Siamo a disposizione dell'intero sistema paese italiano», ha invece detto il sindaco Luigi Brugnaro, sottolineando che l’investimento sulla Biennale è il risultato «di un lungo processo, in accordo sia con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che con il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, sia con il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani».

E il presidente della Biennale Buttafuoco ha aggiunto: «La Biennale di Venezia è storicamente il termometro della geopolitica. Casa comune dei popoli chiamati alle discipline delle arti contemporanee qual è, nei suoi luoghi – e nell’avvicendarsi di una storia di 130 anni – la Biennale restituisce l’esatta misura di un’epoca. La lettura del mondo e delle sue trasformazioni – laddove i Padiglioni delle tante nazioni presenti a Venezia sono l’affresco di quel preciso destino qual è il futuro – vede in Doha, oggi, la tensione artistica coerente con la ragione propria della Fondazione La Biennale di Venezia».

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