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Il dramma della guerra e il cameo nel Gattopardo nei 110 anni di vita di Romana Carli Culot

Il dramma della guerra e il cameo nel Gattopardo nei 110 anni di vita di Romana Carli Culot

foto da Quotidiani locali

GORIZIA Ha festeggiato 110 anni a Velletri, in provincia di Roma, dove vive ormai da tempo. Ma il pensiero è andata più volte alla sua città d’origine, Gorizia. Romana Carli, nata Culot, sente infatti ancora un forte legame con la terra che l’ha vista crescere come ricordano gli amici e i collaboratori che la assistono. Sono stati proprio loro - una sorta di famiglia allargata - a voler rendere omaggio a queste donna dalla tempra di ferro, riscoprendone la storia per festeggiare un compleanno straordinario. Storia che é stata scoperta grazie al team del sito supercentenariditalia.it.

Gli anni della guerra

Romana è nata nel 1914, quando ancora regnava Francesco Giuseppe. Da bambina, durante la Grande guerra, dovette lasciare la città e finì profuga a Pisa insieme alla nonna. Di animo artistico fin da piccola, durante l'esperienza in Toscana ebbe modo di sentire per la prima volta dei canti in chiesa e di lì iniziò a cantare per eventi sempre più importanti. Una passione, quella per il canto, che le è rimasta dentro tanto che capita ancora di sentirla intonare un motivo di quand’era bambina. Signorella pallida, dolce dirimpettaia del quinto piano. Non v’è una notte che io non sogni Napoli. E son vent’anni che ne sto lontano…

Rientrata a Gorizia dopo la guerra, andò a scuola privatamente da quel che era rimasto della nobiltà cittadina. «Andavo in belle case con dei bei giardini - ricordava fino a pochi anni fa -. Andavo dalle baronesse che organizzavano incontri con le persone importanti di Gorizia e mi ricordo che andavo anch’io».

La comparsa nel Gattopardo

In seguito, anche grazie alla sua bellezza, fece la modella a Trieste e poi addirittura - racconta lei stessa - finì per fare la comparsa per il Gattopardo.

«È stato emozionante conoscere la storia di Romana - ha commentato Fabrizio Oreti - assessore alla cultura di Gorizia -, perché testimonia come c’è un ponte tra il passato, il presente e certamente il futuro. La sua storia testimonia l’importanza della nostra città nel passato che resta fedele alle tradizioni ma mai, come in questo momento, il nostro territorio è proiettato nel futuro, verso la capitale europea della cultura che vuol dire essere testimoni delle storie come quella vissuta da Romana assieme a Cecilia. Sono contento di aver ricevuto la notizia del compleanno della signora Romana, alla quale scriverò per inviare un caloroso saluto. Se mai potrà raggiungerci, la nostra città la aspetta a braccia aperte», ha concluso l’assessore.

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