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Biden: “Meritavo il 2° mandato, ma nulla viene prima del salvare la democrazia. Ora tocca alla nuova generazione. Harris è tosta e capace”

“Sono convinto che il mio lavoro da presidente, la mia leadership nel mondo, la mia visione per il futuro dell’America, tutto questo avrebbe meritato un secondo mandato. Ma non c’è niente – niente – che venga prima del salvare la democrazia. E ciò include anche le mie ambizioni personali”. Seduto al Resolute Desk della Casa Bianca, circondato dalle foto di famiglia (una in particolare, quella del defunto figlio Beau), la voce roca, bassa, talora esitante, Joe Biden ha detto addio all’America. Oltre le telecamere, davanti a lui, lo osservavano gli assistenti più stretti, la moglie Jill, i figli Hunter e Ashley. Biden ha rivendicato quanto fatto in questi anni – dalla scelta della prima donna nera come giudice della Corte Suprema alle misure prese per uscire dalla pandemia – e ringraziato gli americani per aver permesso “a un ragazzo con la balbuzie di Scranton”, dalle umili origini, di arrivare ai vertici della politica di Washington. Ma è giunto il momento di “passare la torcia a una nuova generazione”, ha spiegato. “C’è un tempo e un luogo per voci nuove e fresche – sì, voci più giovani”, ha detto, e tra queste c’è quella di Kamala Harris. “Ha esperienza. È tosta. È capace”. A lei, agli americani come lei, tocca ora il compito più difficile. Salvare “l’idea di un’America” minacciata e in crisi. “Dobbiamo solo continuare ad avere fede, continuare ad avere fede, e ricordare chi siamo”, ha detto Biden nel discorso con cui dice addio alla vita e al mondo in cui ha trascorso gli ultimi 50 anni.

L’“ultimo hurrah” di Joe Biden è durato 11 minuti. È stato il suo quarto discorso dall’Oval Office della Casa Bianca. Dieci giorni fa, dopo il tentato assassinio di Donald Trump, Biden aveva parlato dalla stessa stanza, lanciando un appello agli americani per abbassare la temperatura dello scontro politico. È stato un discorso dai toni particolarmente malinconici, in cui il presidente ha comunque tracciato una linea di demarcazione tra la sua America, ora l’America di Kamala Harris, quella che crede nella democrazia, e l’America di Donald Trump e del “Project 2025, che vuole invece distruggere la democrazia. Biden non ha offerto ragioni particolari per il suo passo indietro a favore di Harris, se non appunto che è giunto il momento di “passare la torcia a una nuova generazione”. Non c’è stato alcun accenno ai 20 giorni successivi alla sua apparizione TV con Donald Trump, i giorni che hanno fatto scattare l’allarme nel partito e tra i militanti democratici per l’evidente fragilità delle sue condizioni fisiche. Fonti della Casa Bianca, ancora ieri, suggerivano che il presidente e i suoi collaboratori ritenevano di avere ottime possibilità di battere Trump. Ma appunto, la richiesta che gli è venuta è stata diversa e lo ha portato all’abbandono. “Venero questa carica, ma amo di più il mio Paese”, ha spiegato Biden. Con alcuni dei collaboratori con cui ha condiviso gli ultimi, difficili giorni – in particolare Mike Donilon -, Biden ha scritto il discorso dell’addio.

C’era molta attesa in particolare per quanto Biden avrebbe detto sui prossimi mesi. Davanti, il presidente Usa ha ancora sei mesi di governo. Diversi repubblicani chiedono che si dimetta. Se non è in grado di ricandidarsi, non è nemmeno in grado di portare a termine il mandato, è il ragionamento. Su questo, Biden è stato categorico. Non ci sarà, da parte sua, nessun passo indietro. “Nei prossimi sei mesi mi concentrerò sul mio lavoro di presidente”, ha detto. “Ciò significa che continuerò a ridurre il costo della vita per le famiglie che lavorano duro e continuerò a far crescere la nostra economia. Continuerò a difendere le nostre libertà personali e i nostri diritti civili, dal diritto di voto al diritto all’aborto”.

Biden ha citato la sua leadership in politica estera, in particolare il suo convinto sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa. Ha ricordato quanto fatto in termini di crisi climatica, di accesso all’assistenza sanitaria, per ridurre la violenza delle armi, per consentire agli americani di uscire dalla peggiore pandemia del secolo. “Ci siamo riuniti come americani. Ce l’abbiamo fatta. Ne siamo emersi più forti, più prosperi e più sicuri”, ha spiegato, promettendo di continuare a far lo stesso nei prossimi mesi, in particolare per “porre fine alla guerra a Gaza, riportare a casa tutti gli ostaggi, portare pace e sicurezza in Medio Oriente”. Il messaggio di Biden è stato sostanzialmente questo. Non sarò una lame duck, un’anatra zoppa, un presidente che resta inutilmente al suo posto, snobbato da avversari e alleati.

Biden è il primo presidente in carica che non si ricandida dai tempi di Lyndon Johnson, nel 1968. Johnson era stato sconfitto dalla crisi in Vietnam. Biden dall’età che avanza. Davanti alle telecamere, ieri sera, il presidente indossava un vestito blu, la camicia bianca, una spilletta con i colori della bandiera americana. A inizi discorso, in un’orgogliosa rivendicazione del mondo di cui vuole, e ritiene, essere parte, ha citato Thomas Jefferson, George Washington, Abraham Lincoln, Franklyn Roosevelt. Al termine della diretta, è uscito sul Rose Garden, accolto dagli applausi e dagli hurrah dei suoi collaboratori. Nell’aria, girava però ancora l’eco delle sue parole, segnate dall’angoscia per la crisi americana, dall’allarme per le forze che vogliono distruggere la democrazia.

L'articolo Biden: “Meritavo il 2° mandato, ma nulla viene prima del salvare la democrazia. Ora tocca alla nuova generazione. Harris è tosta e capace” proviene da Il Fatto Quotidiano.

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