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Studentato alle case ex Enel a Pavia, progetto da 250 posti letto

PAVIA. Viste da via Trieste sono palazzine vecchie e abbandonate che furono di proprietà dell’Enel. Ma un operatore immobiliare sta pensando di recuperarle trasformandole in uno studentato per circa 250 studenti. E il sindaco ha chiesto che una quota dei posti letto venga riservata ai genitori di bambini malati ricoverati al San Matteo.

Incontro preliminare

Al momento non è stata depositata alcuna documentazione agli uffici. Vi è stato solo un primo incontro tra i rappresentanti della società immobiliare (belga, ma con uffici in Italia) e il sindaco, Michele Lissia. È stato il primo cittadino a chiedere che la società riservi una piccola quota dei posti a genitori di bimbi gravemente malati; funzione che fino a qualche tempo fa veniva garantita dalla fondazione Fanny Facchera che ha poi dovuto chiudere i battenti. L’area, che si trova a poca distanza dalla rotonda dei Longobardi, è inserita tra le schede del cosiddetto “allegato C” del piano di governo del territorio. E lo strumento indica alcune prescrizioni alle quali l’operatore che abbia intenzione di intervenire dovrà attenersi. Quindi, ad esempio la realizzazione del collegamento ciclo-pedonale con la vicina area Cattaneo, utilizzata come parcheggio e con il centro storico oltre al recupero e alla valorizzazione delle mura spagnole che delimitano ad est il comparto di intervento.

In particolare, l’edificazione dei nuovi fabbricati dovrà essere prevista ad una distanza di almeno 20 metri rispetto alle mura, in modo tale da garantire la piena visibilità e fruizione dei manufatti storici. Infine le regole del Pgt richiedono anche il miglioramento dell’intersezione viabilistica su via Damiano Chiesa, l’eliminazione dei muri perimetrali aprendo il fronte urbano verso via Damiano Chiesa permettendo al nuovo intervento di dialogare con il nuovo spazio pubblico.

L’area ha una superficie complessiva di 10.700 metri quadrati e nel Pgt adottato dalla giunta Fracassi, ma non approvato, era prevista la possibilità di costruire edifici per un’altezza massima di otto piani.

Per gestire uno studentato sotto l’egida dell’Edisu (l’Ente per il diritto allo studio) serve una convenzione. E per l’ammissione si applica una graduatoria oltre ad affitti calmierati. Ma quello degli studentati, con il costante aumento di iscritti all’università, sta diventando un business. Dal governo, infatti, sta arrivando una pioggia di finanziamenti: 150milioni di euro nella legge di Bilancio. Risorse che vanno ad aggiungersi ai 480milioni stanziati attraverso il quinto bando destinato all’edificazione e ristrutturazione delle residenze universitarie, in base alla legge numero 338 del 2000 (che regola i cofinanziamenti statali). E in città è già aperto il cantiere di Edisu all’ex Mondino.

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