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Pasticcio su Giotto, la Corte dei Conti boccia i bilanci della Cappella degli Scrovegni

«L’esame del conto evidenzia criticità che non solo non consentono di avere contezza della gestione del contabile ai fini dell’accertamento della regolarità e, in ultima istanza, della relativa responsabilità, ma soprattutto non permettono di svolgere le necessarie verifiche in ordine alla concordanza con le altre scritture dell’ente locale».

La Corte dei conti boccia il bilancio della Cappella degli Scrovegni e impone a Net Telerete, in quanto agente contabile, e al Comune di Padova di ricompilarli entro 60 giorni.

C’è un pasticcio su Giotto che agita Palazzo Moroni, ma certo non grave come i falsi biglietti scoperti nel 2019. Anzi, a dire il vero l’accusa per l’agente contabile è di aver versato più soldi di quanto ha dichiarato di aver incassato.

Gli aspetti contestati

Il problema è esclusivamente di una errata rendicontazione, aggravata dalla discrasia tra il momento in cui si paga la prenotazione e il momento in cui si effettua la visita, tra cui spesso passano diversi mesi. Capita, ad esempio, che si prenoti a novembre una visita per i primi mesi dell’anno successivo.

Nei rilievi della Corte dei conti c’è anche la difficoltà di rendicontare gli incassi registrati dal sistema di prenotazione (che sono i tre quarti del totale) e quelli last minute direttamente in biglietteria all’ingresso dei musei Eremitani. In più c’è tutta la parte della “Padova card”, che va computata a parte, perché si tratta di un biglietto cumulativo per diverse attrazioni. E infine anche le visite serali estive che sono date in gestione alla cooperativa Giotto. A tutto questo si aggiunge la complicazione di gestire un sistema che deve garantire un massimo di 25 accessi ogni 15 minuti.

Le sentenze ordinanze

Sono tre le sentenze ordinanze depositate ieri dalla Corte dei conti, e si riferiscono ai bilanci del 2018, del 2019 e del 2020, quest’ultimo condizionato ovviamente dal Covid.

«Il conto non è stato compilato correttamente in ogni sua parte – rileva la Corte dei conti – In particolare, nella sezione “Estremi riscossione” non sono stati riportati in modo sintetico o riassuntivo gli elementi identificativi degli atti di riscossione e nella sezione “Versamenti in tesoreria” non sono stati indicati il numero e la data delle quietanze di versamento».

Nel 2020 risultano riscossi dall’agente contabile 748 mila euro ma ne vengono versati nelle casse del Comune ben 779 mila, vale a dire 31 mila euro in più. L’anno precedente, nel 2019, gli incassi sono stati di un milione e 641 mila euro ma nel risultano versati alla tesoreria comunale 101 mila euro in più. E infine nel 2018 le entrate dell’agente contabile risultano di 1 milione e 507 mila euro ma ne vengono versati al Comune 57 mila in meno. Insomma, per i giudici contabili i bilanci sono da rifare.

Il precedente

Ben più grave è il precedente che riguarda sempre la biglietteria del capolavoro di Giotto: nel 2019 due dipendenti comunali sono stati accusati di piazzare dei biglietti falsi incassandone il prezzo al posto del Comune. Un meccanismo che, secondo l’inchiesta, andava avanti almeno da quattro anni. Il processo nei confronti dei dipendenti infedeli non si è ancora concluso, ma nel frattempo i due sono stati spostati ad altra mansione.

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