World News in Italian

Violenta una ragazzina ricoverata in Psichiatria: condannato a sette anni di carcere

Era accusato di aver violentato più volte una paziente minorenne, mentre lei era in cura presso il Servizio psichiatrico di Padova e di averlo fatto «abusando di inferiorità psichica della minore e abusando del proprio ruolo di operatore socio-sanitario», come riporta il capo di imputazione formulato dal pubblico ministero di Venezia, Roberto Piccione. Come non bastasse, l’uomo – un cinquantenne padovano – aveva ripreso quegli abusi e quelle violenze. Commettendo un altro reato, quello di produzione di materiale pedo-pornografico: video finiti agli atti dell’inchiesta.

Dal canto suo, la difesa – l’uomo è tutt’ora in servizio, seppur spostato in un altro reparto – aveva sostenuto che si fosse trattato non di violenza, ma di rapporti consenzienti che quindi non avrebbero portato alla fattispecie sostenuta invece dalla Procura di Venezia, competente distrettuale per i casi di violenza.

A inizio luglio, nel corso dell’udienza di fronte al giudice per le indagini preliminari, il pubblico ministero Piccione aveva chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione (partendo quindi da una pena a 10 anni, scontata di un terzo secondo quanto previsto dal codice di procedura penale). Mercoledì 24 luglio, nel tribunale di Venezia, il giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza lo ha invece condannato in abbreviato a una pena addirittura superiore a quanto richiesto dal pubblico ministero: sette anni contro i sei anni e otto mesi proposti dalla Procura.

Contestualmente, è stato poi disposto il rinvio al tribunale civile per la quantificazione del danno da risarcire alla vittima, rappresentata dall’avvocato Leonardo De Luca. Nei confronti dell’uomo, poi, sono state disposte anche una lunga serie di misure interdittive, tra cui quella perpetua dai pubblici uffici. I delicati fatti al centro della vicenda penale risalgono all’aprile-maggio 2022, quando la ragazza viene ricoverata in quanto «affetta da disturbo di personalità emotivamente instabile». Qualche settimana dopo, è lei stessa a parlare alla madre di quella “amicizia” con l’operatore che l’assisteva, mostrandole i messaggi che i due si sarebbero scambiati per un lungo periodo.

La madre si è subito allarmata e si è rivolta alla direzione del Servizio, che da parte sua ha presentato una denuncia alla Procura della repubblica. Nel corso delle indagini, la Procura ha raccolto anche la testimonianza di una educatrice del centro, che aveva raccolto le confidenze della giovane. Sentita in audizione protetta – pur con tutte le precauzioni e difficoltà del caso – la ragazza ha confermato le violenze subite. In una precedente udienza, il legale Massimo Pavan aveva chiesto per l’imputato all’allora giudice per le udienze preliminari Alberto Scaramuzza di poter accedere alla “giustizia riparativa” avviata dalla Riforma Cartabia. Ma la richiesta è stata respinta. Così si è giunti alla sentenza di ieri.

Читайте на 123ru.net