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L'ultima follia degli ambientalisti: bloccare i voli in tutto il mondo



Monumenti imbrattati, tele sfregiate, mani incollate al cemento e traffico bloccato senza alcun preavviso. La protesta degli eco-militanti di Ultima Generazione ha scelto di salire di livello prendendo di mira il cuore del trasporto aereo d'Europa: l'aeroporto di Francoforte che con i suoi 60 milioni di passeggeri all'anno (dato 2023) rappresenta uno degli snodi principali del Vecchio Continente. Cinghia di trasmissione sia per il traffico in Europea che per quello internazionale.

Letzte Generation (Ultima Generazione) ha deciso di prendere in ostaggio milioni di persone per qualche ora nella mattinata di giovedì 25 luglio. Un gruppo di militanti ha forzato gli ingressi dello scalo di Francoforte posizionandosi lungo le piste di decollo e atterraggio con il risultato - voluto - di costringere le autorità alla sospensione dell'attività in tutto lo scalo con richiesta ai passeggeri di non presentarsi almeno per un po' e di verificare sui siti lo stato dei propri voli.

Un disagio a catena che si è allungato su tutta Europa. La polizia tedesca è intervenuta immediatamente e ha fermato i manifestanti, ma il danno era fatto. Secondo il comunicato di Letzte Generation, l'azione è stata programmata per chiedere al governo di Berlino di "partecipare alla stesura e alla firma di un accordo internazionale legalmente vincolante" che preveda la "eliminazione globale di petrolio, gas e carbone entro il 2030".

Nulla di fattibile, almeno in questi termini e con queste tempistiche. L'unico risultato ottenuto è stata la moltiplicazione dei ritardi e dei disagi e un ulteriore sovraffollamento del traffico aereo sui celi di Germania ed Europa per cercare di garantire un lento ritorno alla normalità. Non senza surplus di inquinamento. L'occupazione delle piste dell'aeroporto di Francoforte segue quella di Colonia-Bonn che aveva costretto alla sospensione dei voli per diverse ore perché in quell'occasione i militanti avevano scelto di incollarsi su una pista, obbligando a un intervento lungo e difficile per liberare l'asfalto.

Una strategia che non paga, ma che piace tanto a quelli di Ultima Generazione che hanno preannunciato una stagione di blocchi negli aeroporti di mezzo mondo. E' l'evoluzione delle azioni di protesta e disobbedienza civile che hanno caratterizzato gli ultimi anni in un crescendo di dissenso da parte della gente normale. Quella che quando prenota un volo (per lavoro o svago) spera di riuscire a partire senza problemi, oppure non ama veder imbrattate le opere d'arte e i monumenti delle proprie città e che fatica sempre di più a solidarizzare con una guerra molto ideologizzata di cui comprende poco gli obiettivi e ancora meno gli strumenti messi in campo per raggiungerli.

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