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Il Paese dove la Rai asseconda Mediaset e il pubblico che preferisce Temptation Island ad Alberto Angela

La decisione della Rai di bloccare il programma di divulgazione scientifica Noos per evitare di perdere il confronto con Temptation Island è una resa: alla concorrenza e alla decenza

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Si fatica a trovare una logica a questa decisione. Sia dal punto di vista della concorrenza tra due poli televisivi da sempre in competizione, sia dal punto di vista del normale ordine delle cose. Il caso Noos e Temptation Island sta tenendo banco dopo la decisione della Rai di spostare le ultime tre puntate del programma di divulgazione scientifica di Alberto Angela nelle ultime due settimane di agosto (22 e 29 agosto) e nella prima settimana di settembre. Il motivo? La concorrenza del programma Mediaset Temptation Island che, dopo un inizio in salita, vince stabilmente il confronto con la concorrenza. Anche nella serata di ieri, mercoledì 24 luglio (in una collocazione diversa dal canonico giovedì), Temptation Island ha fatto registrare degli ascolti significativi, abbondantemente sopra al 30% di share.

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Noos e Temptation Island, la contesa dello share

La decisione contestata (anticipata da Davide Maggio) arriva in una settimana piuttosto complessa per la Rai, come vedremo in altri punti del nostro monografico di oggi, iniziata con l’addio della presidente Marinella Soldi e continuata con i rilievi dell’Agcom per la pubblicità occulta delle scarpe di John Travolta a Sanremo 2024 e per possibili voti mancanti al televoto della stessa manifestazione canora. Ma quello che è successo con uno degli ultimi volti di punta del servizio pubblico ha davvero dell’incredibile.

Da un lato, la Rai non ha nascosto un certo disappunto per i risultati non propriamente entusiasmanti della trasmissione (con cui si provava ad avvicinare il successo clamoroso di programmi come Ulisse e Meraviglie). La media delle prime puntate di Noos è sempre stata intorno all’11% di share, con un totale di circa un milione e mezzo di telespettatori. Dall’altra parte, invece, le storie di tradimenti o presunti tali che vanno in scena su Canale 5, in contemporanea. Temptation Island veleggia intorno al 30% di share, grazie anche ad alcune trovate che hanno dato una nuova veste alla trasmissione (tra queste l’ironia e il sarcasmo molto più pungenti del conduttore Filippo Bisciglia, soprattutto nei confronti delle coppie di fidanzati) e grazie alla spinta dei social network che stanno trasformando qualsiasi cosa accada nel programma in un meme da condividere pubblicamente e privatamente.

A farne le spese è proprio Noos di Alberto Angela. Un Alberto Angela che era stato prima corteggiato dai vertici Rai quando si facevano più insistenti le voci di un suo salto di rete. Un Alberto Angela che, adesso, viene relegato nelle parti meno nobili del palinsesto del servizio pubblico, collocato a fine agosto, addirittura dopo il periodo olimpico (che, almeno, è un evento che verrà trasmesso internamente alla Rai, per il quale si vorrà evitare giustamente la concorrenza interna). Viale Mazzini ha rinunciato a qualsiasi tipo di confronto con Temptation Island, nonostante l’investimento su Noos. E se, di fatto, i vertici Rai non hanno fatto altro che assecondare la pancia del Paese (molto più attratta dagli atteggiamenti strafottenti di un Lino qualsiasi che dai documentari in alta definizione e dalle rubriche firmate da alcuni dei più importanti esponenti della scienza e della cultura italiana, da Samantha Cristoforetti a Telmo Pievani, passando per Alessandro Barbero e Paola Cortellesi), non si può non evidenziare come questa alzata di bandiera bianca non sia altro che la riprova di come le priorità siano cambiate. Non conta più informare a tutti i costi, assecondando la missione educativa del servizio pubblico: l’importante è non perdere risorse, anche se questo significa cedere al trash fatto in casa d’altri.

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