World News in Italian

Olimpiade, l'Italia del volley con Egonu va a caccia della medaglia d'oro

Un’estate fa non c’eri tu, Olimpiade. Due epurate (Monica De Gennaro e Caterina Bosetti, andrebbe contata pure Cristina Chirichella), una da gestire e rispedita a casa (e che magari aveva già capito la mal parata, Sarah Fahr) e una prima panchinata e poi esclusa “d’accordo reciproco” (certo, si parla di Paola Egonu).

Risultato? Una Vnl senza nemmeno arrivare alla fase finale (l’Italia era detentrice), un quarto posto all’Europeo (l’Italia era detentrice, e non è una ripetizione) e un preolimpico con le azzurre ricacciate in mare dalla Polonia.

Venti diventati bufera, il naufragio non ha salvato il nostromo Mazzanti, che ha dovuto cambiare percorso, cacciato dalla Federvolley. Al suo posto è stato scippata – non senza polemiche – la guida tecnica a Busto Arsizio, nominando un giovanotto argentino di belle speranze: Julio Velasco.

Che, siccome qualcosina in carriera ha vinto, ha adottato i principi essenziali per arrivare a riconquistare la qualificazione alle Olimpiadi ai supplementari (leggi Vnl): dentro le migliori, per gli esperimenti c’è tempo, e lavoro di staff con due assistenti doc (Mister Secolo Lollo Bernardi, trevigiano d’adozione, e quella vecchia volpe di Massimo Barbolini). E ha rimesso la chiesa (Egonu) al centro del villaggio, villaggio popolato da chi a questi livelli ha ancora moltissimo da dare (De Gennaro e Bosetti).

Recuperare in gruppo sua maestà Paola è naturalmente la mossa chiave per le “ragazze terribili”, con la sua superstar designata data mai così in palla per l’obiettivo azzurro, affossando polemiche, lacrime e personalismi.

Anche perché è ben consapevole che alle sue spalle c’è un’Antropova cresciuta in maniera esponenziale, che sarebbe titolare quasi ovunque. Se il dubbio atavico dell’Italia resta in regia (Orro-Cambi magari non è la miglior coppia mai vista in azzurro) al centro Velasco conta su tre piovre intercambiabili: Danesi esaltata dal ruolo di capitana, Fahr in rampa di lancio e Lubian arma tattica anche per la sua battuta insidiosissima. Detto di Cate Bosetti (essenziale in seconda linea) c’è Sylla a vestire i panni della leader emotiva e a gestire le fasi d’attacco in posto 4, con la freschezza di Giovannini pronta a cambiare le carte in tavola. E non è la migliore Italia possibile.

Out una vera star, Pietrini, operata alla spalla. Non c’è Fersino, libero di Chioggia ora a Novara: Velasco le ha preferito Spirito, che è comunque riserva pronta a subentrare in caso di infortuni. Come è accaduto ad Degradi, al suo posto nel roster c’è Omoruyi, che ha già vinto tutto con l’Imoco, fermata da guai fisici anche Bonifacio.

Non importa, l’Italia ha tutto – eccome – per arrivare fino in fondo, per arrivare finalmente all’oro. Girone equilibrato ma ampiamente alla portata, con il debutto domenica con la Repubblica Dominicana, poi (1 agosto) un’Olanda in ricostruzione e infine il 4 la Turchia di Daniele Santarelli, re Mida dell’Imoco pigliatutto e campione d’Europa in carica ma alle prese con una valanga di infortuni (Vargas da sola non può fare pentole e coperchi, le serve una Karakurt al top).

Le altre avversarie più accreditate? Gli Usa di Robinson e Plummer sono campioni uscenti, il Brasile con una Gabi nel suo prime si esalta sempre in queste competizioni, la Serbia di coach Guidetti si gode la più forte del globo (Boskovic, of course) e la Cina di Zhu può sempre tirar fuori dal cilindro la prestazione a sorpresa. I “cavalli neri”? La Polonia e il Giappone, che hanno in regia Wolosz e Seki.

Читайте на 123ru.net