World News in Italian

È morto Enrico Ponta, il sindaco del terremoto

È morto mercoledì mattina Enrico Ponta, il sindaco del terremoto. Aveva 82 anni. Guidò Treppo Grande negli anni della prima ricostruzione post sisma.

Nato nel 1941 a Treppo, Ponta ha iniziato fin da piccolo a darsi da fare nel panificio pasticceria di famiglia sotto la guida del padre Mario, titolare dell’attività.

Diversi anni più tardi, assieme al fratello e alle due sorelle ha deciso di continuare a tenere in vita la bottega situata al centro del paese, impegnandosi diligentemente e riuscendo a trasmettere la sua passione ai collaboratori fino al 2015.

È il 1975 quando dalle file della Dc viene eletto sindaco di Treppo Grande, carica che ha ricoperto fino al 1980. Durante il mandato l’ex primo cittadino decide di continuare a lavorare, integrando alla sua professione l’attività politica.

Una dura e inaspettata prova lo aspetta l’anno successivo: è la sera del 6 maggio 1976 e Ponta si sta dirigendo a Majano per una riunione politica convocata dalla Comunità collinare, quando la terra inizia a tremare. Tutto il Friuli ha gli occhi colmi di paura e sconforto.

Il peggio arriva il giorno dopo, quando l’alba porta alla luce le macerie. Treppo Grande, le cui case furono colpite dal sisma, fortunatamente non riportò vittime.

Iniziò così un periodo buio per il paese e per le altre realtà circostanti, che vide l’ex sindaco in prima linea durante la ricostruzione. Ponta, uomo ricordato per la lungimiranza negli affari e per la grande capacità di analisi, promosse numerosi interventi per riuscire a far ripartire le attività del paese natale, ottenendo la medaglia d’oro al valore civile.

Con i finanziamenti ricevuti avviò anche nuove opere pubbliche e nel 1980 cedette la poltrona di primo cittadino, tornando a dedicarsi alla professione di fornaio.

Una vita spesa per il lavoro, per la comunità, e per le associazioni, Ponta è stato una personalità attiva anche in quanto a volontariato. Tra il 2010 e il 2015 si è occupato di assistere i detenuti all’interno delle carceri.

Diverse le testimonianze a ricordo dell’ex sindaco, tra cui quella Giordano Menis, che ha ricoperto la carica di primo cittadino dal 1985 al 2009, e che lo ricorda come «un uomo tenace, che ha dovuto guidare il paese nel momento più buio.

Si è rimboccato le maniche e dato subito da fare per riuscire a ricostruire e far rivivere Treppo Grande».

O ancora, «l’uomo appassionato, che teneva alla sua Treppo – come sottolinea l’ex sindaca Manuela Celotti, consigliera regionale dem –. Sindaco del terremoto è l’appellativo con cui veniva citato e riconosciuto dal paese. Un paese rispetto al quale ha continuato a essere presente partecipando alle iniziative, frequentando luoghi e persone.

Soltanto qualche anno fa partecipò al progetto Mappa di comunità e con grande disponibilità agli incontri e alle passeggiate organizzate dal Comune per far conoscere il territorio e la sua storia alle famiglie, ai bambini e in generale ai cittadini.

In quell’occasione ha condiviso la sua approfondita conoscenza, raccontando la storia dell’acquedotto di Treppo Grande».

Ponta lascia la moglie Anna, le figlie Marta e Chiara e i nipoti. Il rosario sarà recitato oggi alle 20 e i funerali si svolgeranno domani, sabato, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Treppo Grande.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Читайте на 123ru.net