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Sabotaggi in Francia: professionalità, infrastrutture e mezzi a disposizione solo di uno Stato

di Beatrice Sarzi Amade

Un mero gioco sporco stamani in Francia, ma possiamo dire di aver visto di peggio.

Intorno alle h13.00, i primi TGV iniziano ad avviare le stazioni parigine, dirottati sulle normali linee di velocità. 

Complimenti alla SNCF e agli automobilisti, che rimarranno sul ponte tutto il fine settimana, al servizio dei francesi.

L’efficacia di ciò che è accaduto, ci mostra tre operazioni perfettamente coordinate, contemporaneamente, nelle 3 principali direzioni TGV in partenza da Parigi: Nord, Est, Ovest/Sud-Ovest. 

Il 4, Southeast è scampato  per poco; 

“I terroristi” erano al lavoro quando sono stati avvistati dai passanti e sono fuggiti prima che potessero completare il tutto. 

La logistica è stata impeccabile e molto professionale. Soprattutto, gli attacchi sono stati compiuti in maniera estremamente abile e ben informata, da persone che sapevano:

– quali erano i cavi da tagliare per causare il massimo danno

– dove portare gli attacchi, ogni volta nei punti di convergenza della rete, per avere il più possibile impatto.

Questa professionalità implica un’infrastruttura e mezzi a priori a disposizione solo di uno Stato. 

Chi vuole vendicarsi per non aver partecipato ai Giochi è ovviamente il 1° sospettato.

Più grave, sebbene i dati della SNCF siano pubblici e non soprattutto segreti di stato, si sospetta complicità all’interno dell’organismo per aver saputo individuare gli obiettivi con tanta precisione ed efficienza.

Ovviamente le indagini rimangono in corso, 

ma ciò che è certo è che a Parigi i servizi anti spionaggio e antiterrorismo non falliscono e sono in atto da parecchie settimane per le Olimpiadi.

No senza motivo, poiché individui russi, in queste settimane, stanno moltiplicando i tentativi di intrusione. 

Al momento, apparentemente, più per compiere azioni di propaganda spettacolari che atti di terrorismo reali. 

Arrestate qualche giorno fa anche  due giovani russe e un francese di 44 anni. 

Una delle giovani passeggero e l’uomo al volante del suo veicolo hanno tentato di entrare in un perimetro vietato, messo in sicurezza dai servizi antiterrorismo. 

Durante la revisione del veicolo, si è scoperto che nel bagagliaio c’era una 2° giovane donna, anche lei russa. A quest’ultimo è stato negato l’accreditamento due volte. Aveva poi tentato di ottenere un accesso QRcode fraudolentemente. I tre sono stati rilasciati dopo un’indagine, ma dovranno far denuncia alla polizia, ad oggi non pervenuta.

A mille persone, tra cui un centinaio di stranieri, soprattutto russi, è stata negata la domanda di accreditamento per sospetti di spionaggio o interferenze straniere, 

ha detto il ministro dell’Interno. 

Tra cui appaiono volontari, ma anche professionisti: giornalisti, medici, personale ecc..

E con questo postilla non da poco: lo sport, le Olimpiadi in questo caso, hanno un principale valore che non è mai divisivo, ma inclusivo.

A qualcuno sfugge di mano il concetto dello stare insieme, della condivisione, del gioco, lo spirito di gioia che unisce qualsiasi paese che non abbia intenzione di sfruttare una platea così ampia.

Non esiste genere, non esiste nazionalità.

Lo spirito olimpico è più pregnante e forte di qualsiasi polemica venga aizzata dai soliti razzisti ed omofobi.

Joyeux Jeux olympiques à nous tous

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