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Eni, salgono le azioni dopo i risultati del primo semestre 2024



Risultati superiori alle attese e rilevante crescita della produzione. Eni saluta il trimestre con un balzo dell’utile operativo pro forma adjusted (+26%) e una corsa (+6%) della produzione. E così rivede subito al rialzo alcuni target del 2024 a partire dall’ebit portata a 15 miliardi e dall’accelerazione del piano di buyback rispetto alla scadenza di aprile 2025.

Il gruppo petrolifero ha chiuso il trimestre con un utile operativo di 4,1 miliardi di euro in lieve calo (3% rispetto all'anno precedente), ma meglio delle stime, dovuto principalmente alla normalizzazione dei risultati della divisione Gas e alla riduzione dei margini di Versalis (la chimica), colpiti dalla generale difficoltà del mercato europeo. L'utile ante imposte adjusted è sceso del 7% a 3,4 miliardi di euro. L’utile netto adjusted per gli azionisti è stato di 1,5 miliardi di euro, segnando un calo del 21%, a causa di un incremento del tax rate al 55% (salita di 8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). L’utile operativo proforma adjusted si attesta così nel primo semestre dell’anno a 8,223 miliardi. E da sottolineare la significativa crescita della produzione, + 6% in un anno, a trainare. Questi risultati hanno fatto sì che il titolo del gruppo in Borsa chiudesse in rialzo del 3,08% sull'indice Ftsbe Mib.

Nel secondo trimestre l’esplorazione e produzione ha registrato un utile operativo proforma adjusted di 3,5 miliardi di euro, sostenuto dalla corsa (+6%) della produzione. La divisione Ggp (Global Gas & Lng Portfolio) ha ottenuto un utile operativo di 0,33 miliardi di euro, mentre Enilive ha raggiunto 0,12 miliardi di euro, grazie alle lavorazioni bio. Plenitude ha registrato un utile operativo proforma adjusted di 0,15 miliardi di euro, forte della performance del business retail e dell’energia rinnovabile. La raffinazione ha registrato un utile operativo proforma adjusted di 0,1 miliardi di euro, mentre la chimica di Versalis ha subito una perdita di 0,22 miliardi di euro a causa delle difficili condizioni di mercato.

Nel primo semestre 2024 è stato generato un flusso di cassa da attività operativa adjusted di 7,8 miliardi di euro, coprendo i fabbisogni per investimenti di 4,1 miliardi di euro. L'indebitamento netto è sceso a 12,1 miliardi di euro, dopo l’accumulo del primo trimestre dell'anno per effetto dell'acquisizione di Neptune (2,3 mld), grazie anche ai proventi da cessioni relative a Plenitude e Saipem per circa 1 miliardo di euro. I numeri arrivano a pochi giorni dall’annuncio dell’accordo esclusivo di Eni con il fondo KKR per l'ingresso di capitale privato, simile all'operazione con Plenitude.

Previsioni? La diminuzione del debito netto porta a stimare un leverage inferiore a 0,2 a fine anno. Eni ha rivisto al rialzo le previsioni per E&P e Ggp e ha confermato la previsione annuale e l’incremento per Enilive e Plenitude. Al rialzo a 15 miliardi anche le previsioni di ebit, con un flusso di cassa atteso a oltre 14 miliardi di euro. Gli investimenti dagli attesi 9 miliardi vengono contratti a meno di 6 miliardi di euro. E infine più rapido (rispetto al previsto aprile 2025) il piano di buyback con un incremento fino a 500 milioni di euro del riacquisto delle proprie azioni.

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