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Fisco, Leo illustra il ‘concordato’: flat tax e rate spalmate per i contribuenti non evasori

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Il concordato fiscale come strumento necessario per il ceto medio. Maurizio Leo, viceministro con delega al fisco, illustra a Il Giornale le novità fiscali in arrivo che vanno nella direzione di un abbassamento della pressione fiscale e di una pace contributiva, elementi in grado di portare ancora più gettito fiscale e di venire incontro a […]

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Il concordato fiscale come strumento necessario per il ceto medio. Maurizio Leo, viceministro con delega al fisco, illustra a Il Giornale le novità fiscali in arrivo che vanno nella direzione di un abbassamento della pressione fiscale e di una pace contributiva, elementi in grado di portare ancora più gettito fiscale e di venire incontro a milioni di contribuenti in difficoltà che vogliono pagare le tasse.

“24 miliardi di extragettito per l’Italia e niente manovra bis”

L’azione del governo ha già fatto vedere i suoi risultati. Lo si è visto dall’extragettito di oltre 24 miliardi certificato dall’assestamento di bilancio che scongiura il rischio di una manovra bis per il 2025. Ma è necessaria qualche correzione in corsa per assicurare ancora più gettito, confermare gli sgravi fiscali, contributivi e previdenziali varati nel 2023 (che pesano per 30 miliardi) e tagliare le tasse al ceto medio sopra i 50mila euro.

Oggi nel Cdm le misure previste sul concordato

Oggi in Consiglio dei ministri si procederà con l’esame definitivo dello schema correttivo al decreto legislativo: l’ipotesi che si fa strada è la possibile rateizzazione del pagamento degli acconti in caso di adesione al concordato spalmati nell’anno successivo e l’avviso bonario che passa da 30 giorni a 60 giorni. Previsti correttivi anche su decadenza per infortunio, malattia o decesso.

La flat tax intorno al 10% per le partite Iva

Prende piede anche l’ipotesi lanciata dal Consiglio nazionale dei commercialisti: una flat tax al 10% sulla differenza di reddito fra dichiarato e calcolato. “Ci sono margini per le loro richieste, di concerto con governo, Ragioneria dello Stato e Mef, è un’idea di buon senso che può rendere il concordato più appetibile”, è il parere del leghista Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze del Senato.

Le ipotesi di rottamazione

I commercialisti spingono per ulteriori ipotesi di rottamazione al fine di recuperare ulteriore gettito e garantire ai debitori di poter essere solventi. Su questo tema il governo sta lavorando di concerto con gli ordini e le associazioni per abbassare la pressione fiscale dopo decenni di continui aumenti da parte degli esecutivi di sinistra.

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