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La riunione di redazione de “Il Piccolo” a Rovigno: «Noi custodi dell’anima italiana»

ROVIGNO. «Vogliamo restare quello che siamo, conservare l’anima di Rovigno di cui la comunità italiana è parte integrante. Ci impegniamo ogni giorno per tenere viva quell’identità che rischiamo di perdere, così come il reale bilinguismo in una città sempre più turistica in cui ormai le lingue imperanti sono inglese e tedesco, piuttosto che croato e italiano». È una riflessione in cui si intrecciano passato, presente e futuro quella tratteggiata da Matteo Tromba, giovane vicepresidente della Comunità degli Italiani di Rovigno.

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Concetti come anima e identità, per raccontare il valore dell’attività di un sodalizio in prima linea per contribuire a difendere il patrimonio sociale e culturale dell’italianità rovignese. Parole che incontrano il senso profondo dell’iniziativa che il Piccolo, per la prima volta nei suoi 143 anni di storia, ha fortemente voluto organizzare mercoledì: una riunione di redazione all’estero.

[[(Video) Il Piccolo cambia per "sede" un giorno: la riunione a Rovigno dove è custodita l'anima italiana]]

E la sede scelta è stata proprio Rovigno. Con un obiettivo chiaro: rafforzare, valorizzare, rimarcare il legame tra il giornale di Trieste, Monfalcone e Gorizia, i suoi lettori e quella comunità autoctona che rappresenta storicamente una componente determinante sul territorio istriano, a livello economico, sociale, culturale.

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Tra Italia e Croazia ci sono collaborazione, dialogo, amicizia: Trieste e l’Istria rappresentano teste di ponte imprescindibili per consolidare il legame tra i due Paesi. Il Piccolo, unico quotidiano in Italia a pubblicare ogni giorno una pagina dedicata all’Istria e una ai Balcani, ha deciso così di dare vita a questo momento di incontro e confronto a Rovigno, per aprirsi a un territorio che affronta nuovi cambiamenti dopo l’ingresso nell’Ue: una vera e propria riunione di redazione nella sede della Comunità degli Italiani “Pino Budicin”, a cui hanno potuto assistere figure di spicco della minoranza. Occasione per affrontare temi stimolanti e problematiche complesse, parte della quotidianità degli italiani di Rovigno. A partire da quell’anima da conservare, pur in tempi di inesorabile mutamento del tessuto demografico.

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«Questo incontro è molto importante per noi come comunità – è la considerazione di Tromba –. Stiamo passando un periodo non facile, perché gli stili di vita cambiano, il senso di appartenenza si indebolisce, tanti giovani vanno all’estero e non tornano più. Ecco, allora, che un legame come quello con il Piccolo diventa ancora più importante per contribuire non solo a dare risalto alla nostra attività sociale e culturale, ma a sentirci più vicini alla realtà italiana d’oltreconfine. In quest’ottica anche la nuove tecnologie possono venire in aiuto. Penso a quanto può essere prezioso, in particolare per i nostri anziani, avere la possibilità di informarsi online ogni giorno sul Piccolo».

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Progresso tecnologico che può riavvicinare, ma che negli ultimi anni ha avuto anche effetti collaterali negativi. Basti pensare all’avvento della televisione digitale che ha reso impossibile continuare a vedere i canali italiani. «Dalla fine degli anni Settanta in poi intere generazioni di italiani e di croati qui hanno imparato l’italiano grazie ai canali Rai e a quelli privati – ricorda David Modrusan, vicesindaco italiano e punto di riferimento per la minoranza –. Negli ultimi anni la perdita del segnale televisivo italiano, da questo punto di vista, ha avuto un impatto negativo pesantissimo. E a risentirne sono anche i nostri anziani che non possono continuare a vedere gratuitamente, come hanno fatto per tanti anni, i programmi italiani».

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Quella della tutela della lingua a Rovigno e nel territorio istriano è una questiona ancora aperta. «Abbiamo grande problema: fino all’inizio degli anni ’90 l’italiano studiato nelle scuole croate aveva lo status di lingua dell’ambiente sociale – spiega Modrusan –, mentre oggi è solo materia facoltativa. Si studia in modo non più sufficiente rispetto al passato e anche questa è per noi una battaglia da portare avanti».

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