World News in Italian

Ivrea ha la risonanza, «Ora si vada avanti con il nuovo ospedale»

Ivrea ha la risonanza, 

«Ora si vada avanti 

con il nuovo ospedale»

Investimento da due milioni. Il dg: «Pagato con lo stop alla mobilità passiva». Riboldi: «Ogni euro che riusciamo a investire ci allontana dalla criticità»

Ivrea. L’ospedale di Ivrea ha la sua risonanza magnetica. Attesa da anni, calata nella struttura di radiologia attraverso un buco creato appositamente nella soletta per consentirne il passaggio è in funzione dall’inizio del mese di giugno.

IL TAGLIO DEL NASTRO

Per una inaugurazione formale, con i sindaci della rappresentanza dell’Asl/To4 in fascia tricolore, si è atteso il voto regionale e il taglio del nastro è coinciso con la prima visita in ospedale a Ivrea del nuovo assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi. Sulla risonanza magnetica molto è stato detto e scritto nel corso degli anni e tanto è stato insistito perché anche l’ospedale di Ivrea avesse una propria risonanza magnetica, strumentazione ormai ritenuta fondamentale per le indagini diagnostiche. «Questo è un momento storico per l’ospedale di Ivrea - ha detto Stefano Scarpetta, direttore generale dell’Asl/To4 - Andiamo a inaugurare la risonanza magnetica, una strumentazione che tutte le strutture hanno e dovrebbero avere». «Dal punto di vista clinico - ha aggiunto - la risonanza magnetica ci consente di completare qui, in questo ospedale, una serie di indagini diagnostiche che prima potevamo fare spostando i pazienti in altre strutture o in altre aziende». Fino al maggio scorso, in sostanza, se un paziente ricoverato a Ivrea aveva bisogno di una risonanza, doveva essere accompagnato in ambulanza a Chivasso. C’è, poi, anche un tema economico, evidenziato sempre da Scarpetta: «Riusciamo a pagarci una strumentazione di ultima generazione semplicemente recuperando la mobilità passiva». Detto in cifre, la risonanza a Ivrea, comprensiva dei lavori, vale oltre due milioni di euro. E, sempre per dare l’idea della necessità del servizio, nel 2021 oltre 25.260 mila pazienti residenti in Asl/To4 sono emigrati in strutture accreditate o in altre Asl per eseguire proprio una risonanza magnetica. Dunque un servizio ormai da anni indispensabile e previste nella dotazione base degli ospedali spoke, come appunto Ivrea.

[[ge:gnn:lasentinella:14505808]]

TECNOLOGIA STRATEGICA

E sulle strumentazioni i il direttore generale Scarpetta ha aggiunto: «Dal punto di vista diagnostico, la risonanza va a completare un parco tecnologico nel quale crediamo e sul quale investiamo. Abbiamo una Tac adeguata, una radioterapia molto importante, stiamo raddoppiando l’acceleratore lineare, ampliando la parte della gamma camera (serve per acquisire le immagini scintigrafiche, ndr). Abbiamo recuperato una gamma camera che Città della salute non riusciva ad installare e così l’abbiamo presa noi. Abbiamo fatto una serie di lavori di adeguamento, compresa la centrale termica che consentirà il raffrescamento di tutti i reparti». «Forse sono lavori che possono passare inosservati per i cittadini - ha sottolineato – ma sono importanti per la qualità dei servizi».

[[ge:gnn:lasentinella:14505809]]

SINDACI IN RETE

Matteo Chiantore, sindaco di Ivrea, ha sottolineato la presenza in fascia tricolore degli amministratori della rappresentanza dei sindaci dell’Asl/To4. Chiantore, di suo, ci tiene a far passare come la volontà degli amministratori sia quella di fare rete e le sue non sono solo parole formali da recitare in questi contesti. «Oggi siamo qui a inaugurare una strumentazione che aspettavamo da tempo – ha detto Chiantore –.Ora abbiamo bisogno di un nuovo ospedale: scritta la parola fine sulla localizzazione, c’è la necessità di procedere senza indugio. Nel frattempo, c’è una struttura da mantenere nel tempo, fino a quando il nuovo ospedale non sarà pronto».

Chiantore traccia l’identikit dell’ospedale attuale e delle sue esigenze: «Abbiamo bisogno di personale. C’è stato un cambio generazionale: abbiamo eccellenze, ottimi professionisti e dobbiamo aiutarli a fare al meglio il loro lavoro». E, rivolgendosi all’assessore regionale: «Questa è una sede che ha bisogno di essere rinforzata sul personale. Ripeto: dobbiamo consentire alle eccellenze di poter operare».

L’ESORDIO DELL’ASSESSORE

L’assessore regionale Riboldi sta, in queste prime settimane, incontrando e girando nelle varie sedi ospedaliere. È all’inizio della sua esperienza e propone alcune riflessioni generiche. Una cosa importante, però, sull’ospedale di Ivrea che deve nascere, la dice e riguarda la volontà di seguire il percorso con attenzione per arrivare all’obiettivo. Scaduti i termini per la presentazione delle offerte per la progettazione, Scarpetta aveva detto che l’assegnazione dovrebbe avvenire entro fine anno. A tirare le fila dei vari interventi è stato l’assessore Riboldi: «Provo a fare un po’ di sintesi – ha esordito – su argomenti che mi vengono segnalati, comuni nei 73 presidi ospedalieri della nostra regione». La carenza di personale è quella più evidente, che emerge in modo maggiore: «Il tema della mancanza di personale è molto più ampio regionale, nazionale, internazionale. Leggevo su una rivista scientifica che mancano sei milioni di infermieri nel mondo. Perché mancano? Perché questa è una società dove molto spesso la responsabilità viene evitata. Invece si sono persone che decidono di fare della responsabilità un cammino». Ha citato medici, primari, dirigenti, amministratori. Riboldi è consapevole che c’è un problema del qui ed ora. E quindi? «Ci sono diversi modi per cercare di aiutare i nostri professionisti. Sicuramente non possiamo creare medici, infermieri e operatori socio sanitari, ma possiamo lavorare per la qualificazione di queste categorie, perché abbiano più personale amministrativo nei reparti per i lavori burocratici, perché siano meno bersaglio di recriminazioni, proteste, situazioni spiacevoli». Sottolinea come, ad Asti, dopo l’ennesima aggressione in pronto soccorso abbia dato vita a un’operazione per telecamere e pulsante di emergenza e sia stato attivato un tavolo in prefettura che porti ad avere una guardia fissa: «E questo andrebbe esteso a tutti i 73 presidi ospedalieri». Aggiunge il lavoro per creare più Ircss (istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) «per fare in modo che questa regione abbia una maggiore mobilità attiva e compensi quel gap importante che pesa sul nostro bilancio. Ogni euro che riusciamo a investire bene (non a risparmiare, perché in sanità non si risparmia) è un euro che ci distanzia da questa situazione di forte criticità di oggi». L’assessore ha mostrato di capire il ruolo (e le frustrazioni) delle città di provincia: «Credo molto nelle città medie che hanno avuto una grande storia e che non essendo capoluoghi di provincia soffrono la mancanza di questo ruolo. Noi dobbiamo far vivere queste comunità. Su questo discorso – ha concluso – siamo sempre d’accordo tutti, ma quando poi è ora di fare investimenti in quelle aree cosiddette marginali e abbandonate si fa un po’ più fatica. Allora rendiamo le parole coerenti e continuiamo a investire. Ci aspetta tanto lavoro: se è stata un’impresa individuare i luoghi per insediare i nuovi ospedali, oggi è una impresa costruirli e terminarli ed è una sfida che dobbiamo vincere insieme».

Читайте на 123ru.net