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Palazzo Cisterna esce da Ativa «Non ha più senso restare»

Palazzo Cisterna esce da Ativa «Non ha più senso restare»

foto da Quotidiani locali

Ivrea

Città metropolitana esce da Ativa. Fine di un’epoca per la bretella Ivrea/Santhià e l’autostrada A5 Torino-Quincinetto, dove la risicata quota pubblica del 17,3% in capo a Palazzo Cisterna, risultante della processo di privatizzazione progressivo avviato trent’anni fa, è ora destinata a sparire, ceduta a privati. Ma altresì dove, tra dicembre e gennaio 2025, la gestione di entrambe le tratte passerà al Consorzio Stabile sis (Dogliani) dopo 70 anni di commistione pubblico-privato. «Non ha più senso restare», ha commentato giovedì il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo. Suppo che a breve incontrerà la sindaca di Albiano d’Ivrea, Rosanna Tezzon, per un confronto sulla questione collegata dei danni causati dal passaggio dei tir in paese, avendo Ativa (concessionario in proroga dal 2016) annunciato a inizio luglio che la bretella interdetta da dicembre ai mezzi con massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, non avrebbe riaperto il 31 luglio, bensì il 31 dicembre a causa di un ritardo dei lavori al viadotto Camolesa.

Autostrade, addio pubblico-privato

Il sindaco metropolitano Stefano Lo Russo ha dato la notizia della cessione delle quote durante l’ultimo consiglio metropolitano del 19 luglio, laddove l’ordine del giorno entrava nel merito dell’avvio del procedimento di alienazione della partecipazione in Ativa detenuta tramite Mht, la società costituita da Città metropolitana nel 2020 con l’obiettivo di gestire le proprie partecipazioni societarie. Sui motivi di questa uscita Suppo non ha usato giri di parole. «Il perché di questa decisione è molto semplice, purtroppo: Ativa non ha partecipato alla gara per la gestione della tangenziale di Torino e di tutti i vari nodi viari paralleli, come la Torino-Quincinetto e la Torino-Pinerolo, e la nostra partecipazione in Ativa era proprio frutto di una strada intrapresa con la Provincia» indirizzata a creare «una società pubblico-privata che controllasse la viabilità del territorio». Queste condizioni sono venute meno e vanno a sommarsi a una serie di prevedibili contenziosi con il Ministero e il nuovo concessionario nei quali Città metropolitana non vuole entrare. Quindi, ha sintetizzato Suppo, «noi ora dobbiamo uscirne provando a ricavare il maggior numero di danari possibile e reinvestirli sul territorio».

Caos viabilità: Chiantore non molla

L’assetto di Ativa si configura in 45 milioni di capitale sociale per il 72% in mano al Gruppo Astm (Gruppo Gavio), al Gruppo Mattioda per il 10%, alla Città metropolitana per il 17,3%, il resto a soci minori. Il sindaco Matteo Chiantore era presente alla Conferenza metropolitana che ha preceduto il Consiglio insieme con altri 311 sindaci del territorio. «Città metropolitana semplicemente ha deliberato di dare incarico alla finanziaria che gestisce le partecipazioni e di procedere alle operazioni volte alla dismissione della partecipazione, quindi sarà una cosa lunga – ha sottolineato –. A questo punto sono in attesa di un suo input sulla questione mezzi pesanti. Il messaggio da parte dei territori mi pare sia arrivato. Nel frattempo cercheremo di capire i tempi per poter ottenere un contatto con la nuova gestione della tratta». Sì, perché intanto resta aperto il problema del traffico sulle provinciali e le strade comunali, a Ivrea come nei paesi da Albiano a Borgomasino, Cossano, Borgofranco, dovuto al fatto che i mezzi pesanti non possono transitare sulla bretella fino a fine anno, ovvero con sei mesi di ritardo.

Avetta: peccato, un’occasione persa

Alberto Avetta, consigliere regionale Pd, dopo il primo consiglio regionale di insediamento, resta intenzionato a portare all’attenzione di Cirio e Gabusi proprio le criticità della viabilità canavesana. Intanto, come ha evidenziato, «capisco che probabilmente, arrivati a questo punto, non si potesse fare altrimenti. Resta il fatto che la partecipazione pubblica in Ativa è stata un esperienza molto positiva, con ricadute straordinarie per i cittadini. Pensiamo al fatto che negli ultimi 40 anni ogni volta che si pagava il pedaggio una parte del costo ritornava nelle tasche di ognuno di noi». Oppure, ancora Avetta, «pensiamo a tutte le opere stradali realizzate da Ativa e che oggi sono viabilità pubblica. Nel momento in cui non fu accolta la proposta mia e del sindaco Fassino di far partecipare Ativa al nuovo bando per la concessione autostradale si è capito il destino della società. È davvero un peccato che si sia scelto di non valorizzare questa esperienza di collaborazione tra pubblico e privato. Torino e il Canavese hanno perso una grande occasione».

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