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L’Abate rinuncia allo stipendio per pagare bollette e lavori

L’Abate rinuncia allo stipendio per pagare bollette e lavori

foto da Quotidiani locali

SAN BENIGNO CANAVESE

Rinuncia allo stipendio di abate, 600 euro al mese, per pagare le bollette, oppure le spese più urgenti dell’Abbazia di Fruttuaria, una delle più note, ma non ancora sufficientemente valorizzate e testimonianza della religiosità nel Medioevo, dove un tempo riposavano le spoglie di Arduino, marchese di Ivrea, primo re d’Italia e della moglie regina Berta, poi trasferite al castello di Masino.

In rosso sono anche le casse della parrocchia di San Benigno Canavese, mentre servono almeno 500mila euro per un nuovo impianto di riscaldamento. Quello attuale, alimentato a gasolio, è obsoleto, consuma parecchio, e la prossima stagione invernale potrebbe non ripartire più lasciando i fedeli al freddo durante le funzioni religiose.

A renderlo noto alla comunità lo stesso don Mario Viano, nominato abate dal vescovo di Ivrea Edoardo Cerrato nel 2022. Incarico che aggiunge a quello di parroco di Bosconero.

«Alcuni interventi urgenti - argomenta il religioso - come il rifacimento del tetto della parrocchia, danneggiato da infiltrazioni d’acqua, hanno svuotato le casse della parrocchia, che ora presenta un saldo negativo di 7mila euro. Nei giorni scorso ho dovuto pagare di tasca mia la centralina del cancello elettrico: 200 euro. Ma c’è sempre qualcosa da sistemare. Tuttavia anche se rinuncio allo stipendio, quando è necessario, non posso certo pagare una caldaia nuova. E di soluzioni in vista per il momento non se ne vedono».

Non è da escludere l’avvio di una raccolta di fondi, magari sostenuta dall’amministrazione comunale. Don Mario Viano si è già fatto apprezzare per il suo operato, sia a Bosconero, dove ha rilanciato l’oratorio e il centro estivo, che a San Benigno Canavese, dove si è assunto il delicato impegno di abate. Sempre a sue spese, ha creato le pagine social dell’Abbazia. «Posso già contare sulla generosità e sull’impegno di tante persone - aggiunge l’abate - che è la maggior ricchezza. Anche con il Comune abbiamo avviato un buon dialogo per l'organizzazione di svariate iniziative. Ma l’Abbazia di Fruttuaria è un grande patrimonio storico, pari a un dodicesimo di San Pietro, che si trova in un piccolo paese di seimila abitanti. Servirebbe davvero un impegno da parte di enti superiori per una valorizzazione dell’ex complesso monastico che fa rivivere la storia del suo fondatore Guglielmo da Volpiano, che pose la prima pietra nel 1003, dopo gli scavi che avevano riportato alla luce un patrimonio incomparabile di reperti, con la scoperta della prima abbazia e di splendidi mosaici».

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