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Le scalinate d’autore di Trieste amate da Saba e Joyce, fra “scontrosa grazia” e la ritrovata stabilità

Le scalinate d’autore di Trieste amate da Saba e Joyce, fra “scontrosa grazia” e la ritrovata stabilità

foto da Quotidiani locali

TRIESTE. Era atteso da tanto il restauro di una serie di scalinate storiche di Trieste. Dieci quelle interessate, dal centro ai rioni, da una serie di interventi per renderle più accessibili. Lavori di ripristino, programmati dall’assessorato alle Politiche del Territorio, iniziati alla fine dell’anno scorso e terminati da poco per una spesa di 200 mila euro, che ha permesso il rifacimento dei corrimano, la sostituzione del calcestruzzo tra le fughe per il deflusso dell’acqua piovana, la rimessa in asse di alcuni pietroni, il ripristino del piano di calpestio e del verde in minima parte, conservando intatta sia l’estetica originaria delle scalinate, sia la particolarità della loro localizzazione, tra alberi e piccole vie limitrofe.

Il collegamento tra rioni

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Passaggi pedonali fondamentali, che collegano i rioni al centro città, vie ad altre vie...Le scalinate di Trieste raccontano anche pezzi di storia, conservano una memoria poetica di chi quei gradini li ha attraversati per prendere ispirazione. La più rinomata è la scalinata Ciamician sul colle di San Vito, storico anfratto definito anche “la scalinata di Saba”, il poeta triestino che spesso passava di là, con la sua pipa in bocca, “nel cantuccio in cui solo siedo”, per ammirare lo squarcio di mare che dalla via omonima apre lo sguardo sul golfo. Una meta, oggi, anche dei turisti di nicchia che si dirigono convinti su per le vie della città vecchia, in cerca di quei gradini, diventati famosi non solo per la memoria del poeta, ma anche per gli scatti fotografici che i cittadini hanno intrappolato rendendola un’icona della bellezza di Trieste, in tutta la sua “scontrosa grazia”.

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Il vicolo Calafai

Ma a rendere onore all’estetica del rione di San Vito c’è anche la scalinata del vicolo Calafai, che si colloca in un piccolo incrocio tra via Tigor e vicolo delle Ville, per scendere fino a viale della Terza Armata. I lavori di ristrutturazione qui hanno conservato i masegni tipici della storia triestina, ripristinandone i lati usurati dalle intemperie e rendendo saldi i corrimano originali. Una piccola e suggestiva scalinata, questa, che si rivela necessaria per rendere il passaggio perpendicolare con le vie sottostanti. Il lavoro di grande rimessa è stato effettuato in particolare nella scalinata Bonaparte, fonte di unione tra la via omonima e viale della Terza Armata, che ha visto un’importante ristrutturazione «essendo una delle scalinate più utilizzate dai residenti della zona – spiega Michele Babuder, assessore alle Politiche del Territorio – e necessitava di un intervento immediato», allo stesso modo della scalinata di Barcola, in una laterale di viale Miramare tra il civico 157 e 171, rimessa a nuovo.

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La città dei saliscendi

Trieste è la città del saliscendi sia come concetto estetico finalizzato all’utilità, all’accesso, ma anche alla contemplazione del paesaggio di cui godono i residenti di alcune zone come gli abitanti di via Commerciale che, attraverso la scala dei Lauri, possono arrivare fino a Campo del Belvedere nella zona di via Udine, fermandosi sull’intervallo che la scalinata offre nei pressi di via Manna e godere di un improvviso scorcio di mare, ai turisti sconosciuto. Lo stesso spettacolo che offre via Ciamician, ma abbellito dal verde degli alberi, particolare ricorrente in questi passaggi pedonali, che contraddistingue anche la scalinata che unisce via Ressel con via Combi, ristrutturata completamente.

Saba e Joyce

Non solo Saba però gode della memoria di questi passaggi, c’è anche James Joyce a cui è dedicata la scala nel rione di San Giusto che collega via Segantini con via Bramante, luogo quest’ultimo dove lo scrittore irlandese ha scritto “il primo episodio del mio nuovo romanzo Ulisse”, così riportato dalla targa con la data del 16 giugno 1915.

Interventi di recupero importanti hanno coinvolto in seguito la Scala dei Giganti, meta per eccellenza del turismo triestino che unisce il Parco della Rimembranza con piazza Goldoni e si spinge fino al Castello di San Giusto, collegando in una volta sola il centro città con il colle dal quale è possibile ammirare Trieste tra Carso e mare.

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L’Orto botanico a San Luigi

Non solo semplici gradini dunque, ma luoghi di ispirazione, piccoli teatri all’aperto che spalancano lo sguardo sullo scenario della città nei suoi particolari più intimi, impossibili da scorgere altrimenti. È il caso della scalinata De Sanlu dell’Orto botanico nel rione di San Luigi – zona che ha visto svariate cadute dei passanti a causa degli scalini divelti, usurati dal tempo – che vede finalmente una completa ristrutturazione, riconsegnando ai residenti sia l’armonia di uno dei luoghi più affascinanti non solo dell’area, immerso tra alberi e piante officinali, ma anche un passaggio fondamentale che, a differenza di altre zone, è l’unico accesso pedonale del rione, da via Marchesetti a Campo San Luigi. All’appello mancano la scalinata De Marchi e la scalinata San Luigi a completare i lavori, «previsti per il mese di agosto – specifica Babuder – oltre ad essere stati stanziati altri 300 mila euro per interventi urbani futuri».

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