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Salva la classe prima al Lido e niente pluriclasse a Pellestrina. Arriva la deroga 

Salva la classe prima al Lido e niente pluriclasse a Pellestrina. Arriva la deroga 

foto da Quotidiani locali

Hanno tirato un sospiro di sollievo i genitori dei bambini del Lido e di Pellestrina: a settembre partirà la classe prima alla scuola Parmeggiani del Lido, dove gli iscritti sono 10 mentre il numero minimo per la formazione della classe è di 15, e alla Zendrini di Pellestrina la classe terza, con 7 bambini, non verrà accorpata alla quinta, ma resterà autonoma.

«Una soddisfazione enorme» ha commentato l’assessora ai servizi educativi del Comune di Venezia, Laura Besio, «soprattutto perché è il risultato di un percorso durato mesi, con l’assessore al bilancio Michele Zuin, l’Ufficio scolastico che ci aveva assicurato sulla disponibilità di risorse, il consiglio di istituto guidato da Patrizia Ghezzo e i genitori» ha aggiunto.

Anche il direttore dell’Ufficio scolastico del Veneto, Roberto Bussetti, si dice contento. «Stiamo cercando di andare incontro alle esigenze del Veneziano, soprattutto nelle isole. Cerchiamo di fare ciò che è possibile, ci siamo presi una responsabilità perché siamo attenti ai bisogni del territorio e lavoriamo in sinergia con gli enti locali» commenta.

Tuttavia, Bussetti ammette che il problema del calo demografico c’è e si fa sentire, motivo per cui servirebbero strategie. «Si continua a viaggiare a vista, vista la denatalità o cambiano le regole o, se si deve mantenere l’impegno di rispettare certi parametri, non si può non pensare a una soluzione a lungo termine». Rispetto a quali potrebbero essere, Besio non ha dubbi: abolire il numero minimo di iscritti per far partire le classi nelle isole. «Siamo riusciti a far arrivare questa proposta di legge in Parlamento e credo che potrebbe concretizzarsi, perché esiste già altrove, nelle comunità montane, ad esempio, e poi è stata firmata da più orientamenti politici» fa sapere.

Alla domanda rispetto alla necessità o meno di ottenere per Venezia lo status di «zona disagiata», Besio non esita: «Questo riconoscimento servirebbe, purché si traduca in maggiori fondi, in premialità per i docenti, ma anche in riconoscimenti economici da investire in trasporti e servizi collaterali che potrebbero arricchire l’offerta alle famiglie» ha risposto.

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