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Gli inaccettabili “però” di La Russa sul giornalista aggredito da Casapound

Come già accaduto all'epoca dell'inchiesta su Gioventù Nazionale, il giornalismo d'inchiesta sotto copertura finisce nel mirino dei rappresentati dello Stato

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Nel corso della “Cerimonia del Ventaglio”, la seconda carica dello Stato ha espresso solidarietà al giornalista de La Stampa Andrea Joly, aggredito a Torino da alcuni militanti di Casapound mentre stava effettuando delle riprese all’interno di un circolo. Quella dichiarazione è stata condita da una serie di “però” che, secondo Ignazio La Russa non cancellano la condanna per l’accaduto. Il Presidente del Senato, infatti, ha più volte sottolineato come la persona aggredita non si fosse presentato come “giornalista”. Questa considerazione è del tutto fuori luogo e rischia di dare vita a fraintendimenti che abbiamo già conosciuto qualche settimana fa, quando Fanpage pubblicò la sua inchiesta “Gioventù Meloniana” con una giornalista che si era “infiltrata” all’interno di “Gioventù Nazionale”, il movimento giovanile di “Fratelli d’Italia”. Ed è stata sottolineato anche dal Presidente della Repubblica #Mattarella: «Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica»

Giornalisti infiltrati e le dichiarazioni di La Russa

Andrea Joly, il giornalista de La Stampa aggredito, è stato colpito dopo aver iniziato a riprendere con il suo telefono quel che accadeva all’interno del circolo frequentato dai militanti del movimento di estrema destra Casapound. Non si era dichiarato “giornalista”, ma è legittimo in Italia? La risposta è sì: se è vero che vi è l’obbligo di presentarsi e spiegare i fini del proprio lavoro, è altrettanto vero che la legge italiana prevede alcune eccezioni che consentono ai giornalisti sotto copertura di non dichiarasi: «Salvo che ciò comporti rischi per la sua incolumità o renda altrimenti impossibile l’esercizio della funzione informativa». Dunque, anche in questo caso la politica dovrebbe ripassare le norme vigenti nel nostro Paese.

A far discutere, però, c’è anche un’altra dichiarazione di La Russa: ha paragonato i possibili effetti dell’acquisizione di Agi da parte del deputato leghista Antonio Angelucci al peso nell’informazione di Urbano Cairo. Ha dimenticato, però, di sottolineare come il primo sia un parlamentare e che in Europa non vi sia traccia di altri parlamentari proprietari di un’agenzia di stampa.

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